Arpa FVG ritiene utile approfondire la tematica relativa alla presenza di radon all’interno degli edifici scolastici del Friuli Venezia Giulia, regione che, per composizione e conformazione del sottosuolo, presenta elevate concentrazioni di questo gas radioattivo naturale.
Il radon è un gas inerte e radioattivo naturale, inodore ed incolore prodotto dal decadimento dell’uranio, presente in tracce nel sottosuolo quasi ovunque.
Le concentrazioni di radon sono generalmente più elevate nel suolo, mentre all’aperto il gas si diluisce rapidamente. Negli ambienti chiusi, soprattutto in conseguenza del ridotto ricambio d’aria, il radon può concentrarsi raggiungendo talvolta valori anche molto elevati (da qualche centinaio di Bq/m³ (*) fino a qualche decina di migliaia di Bq/m³).
Proprio per questo per la maggior parte delle persone la principale esposizione al radon avviene negli edifici. La concentrazione dipende da quanto uranio è presente nel suolo sottostante l’edificio, dalle caratteristiche del suolo e dell’edificio stesso. In Friuli Venezia Giulia il gas migra dal suolo e penetra all’interno degli edifici attraverso crepe, fessure o altri punti non a tenuta nelle fondamenta o nei muri della casa. Infatti, di norma, i valori più elevati si riscontrano nei locali a contatto con il terreno (cantine e piani bassi).
Dal 2000 Arpa FVG ha avviato, unica a livello nazionale, una campagna di misura del radon in tutte le strutture scolastiche, pubbliche e private di ogni ordine e grado, effettuando oltre 20.000 misure in più di 2.000 strutture. I risultati dei monitoraggi confermano che concentrazioni elevate di radon indoor non sono rare in Friuli Venezia Giulia.
Nel 2022 sono state monitorate 79 strutture scolastiche, compresi i nidi e scuole d’infanzia, e sono stati rilevati 21 superamenti delle concentrazioni ammesse. Soltanto nell’ultimo mese i superamenti segnalati sono stati una decina.
Numeri apparentemente elevati, ma riconducibili al fatto che nel 2020 è stata rivista la normativa in materia di esposizione al gas radon (D. Lgs 101/20) con l’abbassamento dei limiti da 500 Bq/m³ a 300 Bq/m³. A seguito di questo aggiornamento, Arpa FVG ha ritenuto opportuno dare la precedenza proprio agli istituti scolastici che nelle precedenti rilevazioni presentavano concentrazioni di radon più elevate.
La prassi delle misure sul radon negli istituti scolastici prevede che Arpa FVG effettui tre accessi per ogni edificio. Durante il primo accesso vengono posizionati i dosimetri che restano esposti circa sei mesi. Durante il secondo accesso vengono sostituiti i dosimetri che vengono poi ritirati dopo ulteriori sei mesi di esposizione durante il terzo accesso.
I dosimetri vengono poi portati in laboratorio, smontati ed il materiale sensibile viene sviluppato e analizzato. Successivamente i risultati vengono comunicati all’Istituto scolastico e all’Azienda Sanitaria competente per il territorio.
Risulta evidente che la procedura per il rilevamento del radon in un edificio è piuttosto complessa e si protrae nel tempo; la normativa prevede due anni di tempo per il risanamento dell’edificio.
Se in un edificio è presente un’elevata concentrazione di radon è importate apportare alle strutture degli accorgimenti utili a ridurne la concentrazione. Nella gran parte degli edifici esistenti sono sufficienti dei semplici interventi edilizi.
La tipologia degli interventi deve necessariamente essere valutata per ogni singolo edificio da persona competente. A tale proposito Arpa FVG segnala che sul proprio sito www.arpa.fvg.it alla sezione “radioattività” sono presenti delle guide informative con indicazioni e proposte per una corretta protezione e risanamento degli edifici dal radon.
(*) Bq/m3 (Bequerel al metro cubo). Il Bequerel è l’unità di misura dell’attività di un radionuclide. 1 Bq corrisponde ad una transazione nucleare al secondo