Intervenendo martedì 11 luglio a Roma alla presentazione del rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha fatto il punto sui decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa): “Si stanno definendo i livelli essenziali – ha spiegato il ministro – e settembre dovrebbe essere il mese clou per arrivare in chiusura della partita, per la trasmissione formale alla Conferenza Stato-Regioni”.
Pichetto ha anche confermato i passi in avanti per l’adozione del regolamento sugli ispettori ambientali, rispetto al quale “parte la procedura di evidenza ma con una tempistica certa e controllabile da tutti i soggetti esterni”.
Nel corso del suo intervento il ministro ha anche parlato di una possibile revisione del Codice dell’ambiente: “È un dovere da parte del governo e insieme una sfida per il Parlamento fare il punto della situazione sulla legislazione ambientale. Bisogna mettere mano al Codice dell’Ambiente, per vedere ciò che c’è e cosa manchi, ciò che è attuale e cosa no. Assumeremo un’iniziativa, con una prima stesura da parte del ministero e con un percorso parlamentare, dove è fondamentale il contributo di tutti”.
Il ministro ha messo in evidenza “l’evoluzione e la maturazione del nostro sistema”, dovuto all’introduzione degli ecoreati nel codice penale (legge 68/2015), dei nuovi articoli della Costituzione 9 e 41, come del principio europeo del “Do No Significant Harm“.
“Abbiamo certamente – ha ricordato Pichetto – tanti nodi territoriali: nel ciclo integrato dei rifiuti siamo su un percorso buono, ma non nell’eccellenza. Dobbiamo imprimere una svolta”. Tra le cose da fare, il Ministro ha evidenziato “l’utilizzo dei 500 milioni del PNRR per la bonifica dei siti orfani”, quelli per l’idrogeno che permette di “dare una nuova missione alle aree dismesse”, così come “i due miliardi del Piano destinati all’economia circolare”.