Continuano le anticipazioni delle informazioni ambientali contenute nell’Annuario dei dati ambientali della Toscana 2023, che sarà presentato il prossimo 20 ottobre nella sala Pegaso di Palazzo Sacrati, a Firenze.
In questa notizia vediamo i dati relativi allo stato delle acque superficiali: fiumi, laghi, invasi e acque di transizione in Toscana nel 2022. Quest’ultimo rappresenta il primo anno del nuovo triennio di monitoraggio, che si concluderà nel 2024, pertanto i dati qui riportati non possono essere considerati esaustivi dello stato “di salute” delle acque superficiali nella nostra regione ma rappresentano solo un quadro parziale, riferito allo scorso anno, che si completerà, come detto, alla fine del nuovo triennio di monitoraggio. Ad oggi, è possibile confrontare i dati del triennio 2016-2018 e quelli del triennio successivo: 2019-2021.
Acque superficiali: fiumi
Il monitoraggio delle acque superficiali tende a determinare lo stato ecologico e quello chimico del corpo idrico.
Lo scorso anno, per lo stato ecologico sono stati controllati 66 punti di monitoraggio mentre per lo stato chimico, 105. Il criterio per individuare punti in monitoraggio operativo o di sorveglianza è dato dai risultati delle pressioni e dalla classificazione. In considerazione di questo, per i
- corpi idrici a rischio: è previsto il monitoraggio operativo annuale analizzando i soli parametri critici, ovvero quelli che hanno determinato lo scadimento a non buono dello stato chimico
- corpi idrici non a rischio: è previsto il monitoraggio di sorveglianza fatto una sola volta nel triennio, quindi stratificato su tre anni, analizzando tutti i parametri contenuti nella tabella 1A e tabella 1B del D.Lgs 152/06, Allegato 1 parte III, ad eccezione di quei parametri risultati sempre assenti o, comunque, inferiori al limite di quantificazione richiesto, per questi è ritenuta sufficiente un’unica verifica sessennale.
Guardando i dati del 2022, emerge che il 32% dei fiumi in Toscana raggiunge lo stato ecologico buono, il 47% sufficiente e il 21% scarso. Al momento sono assenti le due classi estreme di giudizio: elevato e cattivo. L’indice determinante nel giudizio complessivo è spesso la struttura della comunità di macroinvertebrati. Tra le sostanze pericolose, che determinano il giudizio sufficiente, troviamo: AMPA, glifosato, imidacloprid e, in sporadici punti, superamenti per arsenico, cromo totale, azossitrobina, clortoluron, boscalid.
Lo stato chimico, invece, è buono per il 56% dei fiumi oggetto di monitoraggio e non buono per il restante 44%. Le sostanze che determinano lo scadimento chimico sono:
- PFOS
- acido perfluottansolfonico
- benzo [a] pirene
- mercurio
- nichel
- piombo
ma anche tributilstagno, cibutrina, fluorantene con concentrazioni medie superiori ai valori limiti in una sola stazione di monitoraggio.
Ricordiamo che per definire lo stato chimico “non buono” è sufficiente che un solo parametro riporti una concentrazione media annua maggiore dello standard di qualità previsto dalla Tab. 1A del D.Lgs 152/06, Allegato 1 parte III, oppure, che un singolo campione superi la Concentrazione Massima Ammissibile (CMA) riportata nel sopracitato allegato.
Confrontando, invece, l’ultimo triennio, 2019-2021, con il precedente, 2016-2018, per
- lo stato ecologico, emerge una situazione stazionaria, con un leggero miglioramento delle condizioni generali. Si passa, infatti, da un 40% ad un 43% di acque superficiali classificate buone anche se 1/3 delle acque permangono in classe sufficiente
- lo stato chimico, si conferma, invece, una situazione di stabilità, il 60% delle acque risultano nello stato buono ed il 40% nello stato non buono.
Acque superficiali: laghi e invasi
Nel 2022 sono stati controllati 14 punti sia per lo stato ecologico che per lo stato chimico. Per quanto riguarda lo stato ecologico, in accordo con la Regione Toscana, anche in questo triennio (2022-2024) verrà eseguito un solo indice biologico: il fitoplancton, solo su specchi d’acqua di estensione relativamente grande, indicatore che deve essere campionato utilizzando un mezzo nautico per effettuare i prelievi lungo la colonna d’acqua in centro lago.
Con riferimento allo stato ecologico, il 7% dei laghi ed invasi controllati nel 2022 è risultato in stato buono mentre il 93% in stato sufficiente.
Per quanto riguarda, invece, lo stato chimico: 79% è in stato buono e 21% in stato non buono.
Al momento si evidenzia una situazione abbastanza buona per quanto riguarda la qualità chimica, con scadimento a Massaciuccoli e Falchereto, mentre lo stato trofico risulta in qualità sufficiente pressoché in tutti i corpi idrici lacustri, ma, anche in questo caso, vale quanto già detto, ovvero che i dati definitivi saranno resi disponibili al termine del triennio di monitoraggio, nel 2024.
Acque di transizione
Foci dei principiali fiumi della Toscana soggetti ad intrusione salina e le lagune costiere con caratteristiche tipiche delle zone umide
I 12 punti di campionamento in acque di transizione comprendono le foci dei principali fiumi della Toscana soggetti ad intrusione salina e le lagune costiere con caratteristiche tipiche delle zone umide. Va tenuto in considerazione che il lago di Burano, la Diaccia Botrona, la laguna di Orbetello hanno le caratteristiche di zone umide, per cui il biomonitoraggio è difficilmente applicabile, non essendo perfettamente adattabili allo scopo né i bioindicatori delle acque marine né quelli delle acque fluviali. Nei punti di monitoraggio delle acque di transizione, di conseguenza, si dispone di un profilo parziale di parametri e lo stato ecologico è determinato con un numero inferiore di indici.
Nel 2022, lo stato chimico è risultato scadente su tutti i corpi idrici di transizione controllati (5), soprattutto sulla matrice acqua ed in alcuni casi anche per i controlli sui sedimenti.
Riflessioni conclusive
In avvio del nuovo triennio di monitoraggio, l’Agenzia ritiene utile sottolineare la necessità di una revisione della Delibera di Giunta della Regione Toscana (DGRT) 847/13, che disciplina, a livello regionale, l’attività di monitoraggio delle acque superficiali.
Negli ultimi dieci anni, infatti, le condizioni degli habitat fluviali, lacustri e di transizione si stanno progressivamente modificando e questo rende sempre più difficoltoso campionare nei punti indicati dalla Delibera regionale sopra richiamata. Il cambiamento del territorio è da attribuire sia a cause naturali che ad effetti antropici, quali il cambiamento del clima e gli sconvolgimenti dell’assetto geomorfologico nella maggior parte dei torrenti e fiumi della regione.
Ciò comporta la necessità, per chi esegue i campionamenti, di spostarsi sul territorio per ricercare punti di accesso all’alveo che risultino in sicurezza e al contempo rappresentativi dell’habitat da studiare. A tali difficoltà, negli ultimi anni, si sta aggiungendo il problema delle frequenti secche dovute ovviamente a condizioni meteo più drastiche.
In considerazione di quanto detto, è auspicabile una revisione della delibera che sostituisca e integri i punti di monitoraggio, rendendoli più idonei alle attività di campionamento chimico e biologico.
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