Dall’ultimo bollettino pubblicato da Copernicus, il servizio di osservazione della Terra dell’Unione europea, gennaio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato a livello globale dal 1850. Sollecitati da questo dato, per comprendere cosa stia accadendo, Arpa Toscana ha rivolto alcune domande a Bernardo Gozzini, Amministratore unico del Consorzio LaMMA (Laboratorio per il Monitoraggio e la Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile).
Il 2024 è iniziato con nuovi record climatici: il gennaio più caldo mai registrato e un aumento delle temperature di oltre 1,5 gradi rispetto al periodo preindustriale.
Che fine ha fatto l’inverno? Cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi mesi?
L’inverno 2023/2024 è soltanto l’ultimo di una lunghissima serie di stagioni ben più calde del normale sia a livello emisferico che globale. Negli ultimi 12 mesi la temperatura media terrestre si è mantenuta sempre al di sopra di 1 °C rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900), mentre negli ultimi 4 mesi del 2023 l’anomalia non è mai scesa al di sotto di +1.5 °C se non per due giorni, un dato senza precedenti.
In Toscana, ad oggi, 19 febbraio 2024, quello attuale risulta essere l’inverno più mite dell’intera serie storica (1951-2024). Di fatto abbiamo avuto a che fare con un non-inverno, caratterizzato da temperature quasi costantemente superiori alle medie. Sebbene non siano esclusi ritorni di freddo nel bimestre marzo-aprile, è lecito attendersi anche per i prossimi mesi valori superiori alle medie di riferimento, in particolare in estate. Di fronte ad un trend come quello che osserviamo ed alle temperature da record degli oceani, la probabilità di registrare lunghi periodi termicamente in media o inferiori è molto bassa.
La sfida del cambiamento climatico è senza dubbio la gestione della risorsa idrica. Come difendere la Toscana da fenomeni come la siccità?
Una parola su tutte: adattamento. Le pratiche sono le stesse che valevano cinquanta anni fa e che oggi assumono carattere di urgenza di fronte al repentino cambiamento climatico: riduzione delle perdite idriche attraverso manutenzione e ammodernamento del sistema, creazione di invasi capaci di raccogliere e trattenere la pioggia, risparmio e ottimizzazione della risorsa di uso civile, ricreativo, agricolo e industriale. Le innovazioni tecnologiche e agronomiche possono, quindi, essere decisive.
Per inquinare meno, le scelte quotidiane contano. Quali comportamenti possiamo suggerire ai cittadini e alle cittadine per contribuire a contrastare queste tendenze?
Innanzitutto, consapevolezza e senso critico: conoscere il problema e affrontarlo in modo sistemico, anche attraverso scelte di medio-lungo periodo. Ridurre i consumi: preferire diete povere di carne e ricche di frutta, cereali e verdura, risparmiare energia elettrica e scegliere fonti rinnovabili per il proprio fabbisogno, spostarsi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici laddove possibile, acquistare prodotti di stagione o di filiera corta, salvaguardare gli ecosistemi naturali attraverso un’adeguata fruizione degli stessi, riciclare e riutilizzare.