Le sfide per il futuro a medio-termine
In numerosi studi sono emerse significative, coerenti e condivise evidenze epidemiologiche e tossicologiche, secondo cui è possibile associare all’esposizione all’inquinamento atmosferico diversi importanti effetti sulla salute e sulla mortalità della popolazione generale e di individui suscettibili; i risultati di questi studi sono sintetizzati nella recente revisione delle linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2021).
Nelle sue valutazioni l’OMS non stabilisce un valore al di sotto del quale non vi sia rischio, ma individua come limite inferiore di esposizione dei valori definiti “Air quality guideline level”, termine che può essere inteso come “livello raccomandato a cui tendere”: è il livello più basso per il quale è stato osservato un incremento della mortalità totale, di quella per cause cardiopolmonari, e di quella per cancro del polmone, con una confidenza migliore del 95%.
L’OMS ha anche definito degli “interim target”, cioè dei livelli più alti da considerare, nelle aree particolarmente inquinate, come obiettivi da raggiungere in step successivi, attraverso l’implementazione di politiche di risanamento della qualità dell’aria.
Conformemente alle evidenze scientifiche sugli effetti per la salute dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, la Commissione Europea, nella comunicazione al Consiglio del 12 maggio 2021 “Un percorso verso un pianeta più sano per tutti Piano d’azione dell’UE: Verso l’inquinamento zero per l’aria, l’acqua e il suolo” ha ribadito che entro il 2030 l’UE dovrebbe ridurre di oltre il 55% gli effetti nocivi sulla salute (decessi prematuri) dell’inquinamento atmosferico, rispetto al 2005.
Questo obiettivo si è tradotto a fine ottobre 2022 nella proposta al Consiglio di una profonda revisione delle Direttive Europee che prevede in particolare il rispetto entro il 2030 di limiti significativamente più severi di quelli attuali, sia pure ancora leggermente più alti dei valori di riferimento dell’OMS.
Gli studi dell’OMS hanno evidenziato che gli effetti sulla salute non dipendono solo dalle concentrazioni di polveri sottili ma anche dalla loro composizione. L’OMS sostiene infatti che una migliore comprensione della tossicità delle particelle provenienti da varie fonti potrebbe facilitare politiche di abbattimento mirate e misure di controllo più efficaci per ridurre il carico di malattie dovute all’inquinamento dell’aria.
Nell’ultimo rapporto del 2021, l’OMS afferma testualmente che: “molti studi hanno cercato di identificare quali fonti e/o caratteristiche fisico-chimiche del particolato aerodisperso contribuiscano maggiormente alla tossicità. Quest’area di ricerca risulta estremamente impegnativa, data la grande eterogeneità delle caratteristiche chimico-fisiche delle particelle sospese nell’aria, e un quadro definitivo deve ancora essere identificato”. Il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, nel prossimo futuro, sarà pertanto chiamato a rafforzare le proprie capacità analitiche per migliorare la conoscenza della composizione chimica del particolato atmosferico e per contribuire alle attività di ricerca volte a comprendere meglio la tossicità di differenti tipologie di particolato.
Lo scenario che introduce la proposta di nuova Direttiva e già aveva anticipato l’OMS con le nuove linee guida indica la necessità di individuare e attuare rapidamente strategie atte a ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico tenuto conto del fatto che i livelli attuali, anche nelle zone dove attualmente i limiti di legge sono rispettati, sono superiori in larga parte del paese ai valori limite proposti per il 2030. La strada da percorre è ancora lunga e richiede una ulteriore – particolarmente rilevante – riduzione delle emissioni, possibile solo su tempi sufficientemente lunghi.
Rapporto “La qualità dell’aria in Italia” – edizione 2023 (periodo 2013-2022)
La qualità dell’aria in Italia nel 2023 – nota stampa
Il 2023 in breve
La qualità dell’aria in Italia nel 2023 – Introduzione
PM10: la situazione nel 2023
PM10: l’andamento tendenziale
PM2,5: la situazione nel 2023
PM2,5: l’andamento tendenziale
Biossido di azoto: la situazione nel 2023
Biossido di azoto: l’andamento tendenziale
Ozono: la situazione nel 2023
Ozono: l’andamento tendenziale
-> Le sfide per il futuro a medio-termine
Snpa e l’informazione sulla qualità dell’aria
Note metodologiche
Altre risorse
La qualità dell’aria in Italia nel 2022
Rapporto “La qualità dell’aria in Italia – edizione 2020”
Giornate di studio sulla caratterizzazione chimica del particolato atmosferico. Bologna 27-28 novembre 2023