Il 22 marzo 2025, la Basilica di San Francesco, in Assisi, ha ospitato una tavola rotonda organizzata da ARPA Umbria in collaborazione con ARPA Sicilia, nell’ambito del Filo verde per un Giubileo sostenibile, voluto dal Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA). L’incontro ha visto la partecipazione di alcuni Direttori di Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA), che si sono confrontati sulle sfide attuali e sul futuro delle loro istituzioni.
Uno dei temi principali affrontati è stato il finanziamento delle Agenzie, una questione che ha suscitato preoccupazione a livello nazionale. Il Direttore generale di ARPA Sicilia, Vincenzo Infantino, ha evidenziato che, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale, sono state apportate modifiche nella legge istitutiva dell’Agenzia siciliana, introducendo una tabella di raffronto tra i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e i Livelli Essenziali delle Prestazioni Ambientali (Lepta). Questa modifica mira a chiarire quali attività delle Agenzie rientrino nella tutela della salute.
Il Direttore di ARPA Puglia, Vito Bruno, ha sottolineato l’importanza delle interazioni tra ambiente e salute, evidenziando come le Agenzie, in collaborazione con ISPRA e il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA), forniscano dati cruciali per le decisioni sanitarie dei Sindaci e di altri soggetti pubblici.
Pietro Rubellini, Direttore di ARPA Toscana, ha parlato di un cambiamento culturale in atto, che richiede una nuova visione dei rapporti tra ambiente e salute, in linea con il principio del “One Health”, pur consapevole che le relazioni tra le Agenzie e le istituzioni sanitarie sono complesse, in particolare quando si parla di indagini epidemiologiche.
Il Direttore di ARPA Toscana condivide con gli altri Direttori la consapevolezza del valore dei tanti dati ambientali in possesso del Sistema agenziale, che rappresentano una base per l’attività di pianificazione delle Regioni e dello Stato. Oltre a questo, Rubellini si sofferma sul ruolo che le Agenzie svolgono, e potranno svolgere ancora di più nel futuro, in settori nevralgici per la transizione ecologica come quello dell’economia circolare, fondamentale nel percorso verso la sostenibilità ambientale.
Maurizio Dioniso di ARPA Abruzzo ha insistito sulla necessità di una comunicazione più efficace dei dati ambientali, che devono essere resi accessibili sia ai decisori politici che ai cittadini. Ha anche sottolineato l’importanza della formazione per gli operatori delle Agenzie, affinché possano affrontare le nuove sfide in un contesto sempre più complesso. Secondo Maurizio Dionisio, non risulta, poi, rinviabile introduzione di un albo degli aspiranti Direttori delle Agenzie ambientali, in parallelo, con quanto accade in sanità. Le Agenzie, al pari delle Asl, meritano Direttori qualificati, per i quali siano previste le stesse cause di incompatibilità, ineleggibilità previste per i dirigenti apicali del mondo sanitario.
L’ex Direttore di ARPA Umbria, Luca Proietti, ha richiamato l’attenzione sul passato delle Agenzie, evidenziando come la separazione tra ambiente e salute avvenuta alla fine degli anni ’80 abbia influenzato il loro sviluppo almeno fino alla Pandemia. Oggi, però, dopo l’esperienza del Covid-19, il Sistema agenziale è sotto esame e sarà necessario introdurre importanti riforme per affrontare le sfide future.
Vincenzo Infantino, ARPA Sicilia, ha ribadito l’importanza di un approccio multidisciplinare, che integri ambiente, salute e biodiversità e ha sottolineato la necessità di piattaforme informatiche per facilitare la condivisione dei dati oltre ad una formazione rivolta a fare acquisire al personale, patrimonio fondamentale, competenze anche in ambiti innovativi come, ad esempio, l’uso dell’intelligenza artificiale.
Tutti concordi nel concludere che le Agenzie sono essenziali per garantire un ambiente salubre, per questo è fondamentale valorizzare il personale e diffondere al meglio le conoscenze ambientali che le Agenzie possiedono e raccolgono quotidianamente con le loro attività di monitoraggio e controllo.
In un contesto in cui il benessere umano è sempre più legato alla salute dell’ambiente, le Agenzie devono evolversi e adattarsi per rispondere alle nuove esigenze della società. Questo significa mantenere un ruolo fondamentale nella protezione dell’ambiente e, contestualmente, supportare le istituzioni sanitarie nella tutela della salute pubblica, perseguendo gli obiettivi di “One Health”.
ma nel lontano 1993 c’è stato chi ha voluto e votato per separare sanità e ambiente…forse non era la scelta giusta.
Condivido in pieno la riflessione della sig.ra Daniela, se non possiamo tornare indietro andiamo avanti nella integrazione salute ambiente
Assolutamente d’accordo
“Tutti concordi nel concludere che le Agenzie sono essenziali per garantire un ambiente salubre, per questo è fondamentale valorizzare il personale….”
Mi domando : Come si valorizza il personale se si assumano chimici, fisici e biologi non come dirigenti, ma come CTP ?
Perché dalla nascita delle Agenzie fino ad oggi non è stato mai adottato un CCNL, che potesse evitare le mortificanti disparità contrattuali del personale presenti nella varie Agenzie?
Effettivamente questa è una mortificazione per molti lavoratori delle Agenzie Arpa. Manca la riqualificazione professionale, purtroppo siamo tutti uguali, le laurea o le specializzazioni non sono note di merito.
Salve a tutti, in questo seminario dove mi sembra di capire che i diversi Direttori generali delle Arpa abbiano ribadito come le attività sanitarie effettuate nelle Arpa non siano marginali ma centrali, non si comprende perchè allora l’ingresso delle professioni sanitarie nelle arpa, continui ad essere impedito.
distinti saluti
Non credo sia impedito, piuttosto si è dato ampio spazio ai laureati in Scienze Ambientali ( parlo della mia realtà lavorativa),senza considerare che il ruolo dei Laboratori biologici delle Agenzie è fondamentale e imprescindibile per le attività di controllo sanitario e andrebbero potenziati. Le professioni sanitarie come Tecnici sanitari di laboratorio e i Tecnici della prevenzione sono figure ormai altamente qualificate avendo anche un ordine professionale di appartenenza che garantisce e tutela questi professionisti.
Ricordo che attualmente in molte Agenzie Regionali i chimici, fisici e biologi vengono assunti come Assistenti Tecnici cat. C se possiedono un diploma da Perito. Molti ragazzi/e giovani vengono assunti in questo modo. Molti concorsi da CTP per queste tre figure sono stati annullati perfino in Cassazione, causa legge Lorenzin che riconosce il reclutamento solo in posizioni dirigenziali.
Secondo voi è giusto non prevedere una figura “legale” intermedia tra assistente e dirigente, allo stato economico attuale delle Agenzie? Come possono assumerci tutti da Dirigenti?