La Pandemia ci ha messo alla prova, ma ci ha fatto anche capire che siamo in grado di affrontare scenari emergenziali, purché, lanciato l’allarme, si agisca con velocità prima che il problema vada oltre la nostra capacità di affrontarlo. Durante l’emergenza sanitaria abbiamo visto che è possibile avere atteggiamenti solidali, non solo tra persone, ma anche tra governi e scienziati. Il Covid-19 si è presentato come una “versione accelerata” del problema del cambiamento climatico, che dobbiamo affrontare con la stessa determinazione, passando dal riconoscere il problema all’agire sullo stesso. Le soluzioni per attenuare il problema esistono, e sono state più volte richiamate dagli esperti dell’IPPC. Il punto fondamentale su cui incidere è la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
In Italia, la Fondazione Centro Euro-Meditterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ha elaborato un documento di sintesi delle conoscenze scientifiche su impatti, rischi e interazioni dei cambiamenti climatici a livello nazionale in relazione a diversi stadi di riscaldamento e modelli di sviluppo.
Il documento rappresenta una solida base scientifica e tecnica, utilizzabile anche dai responsabili dei processi decisionali per le fasi di programmazione, pianificazione e allocazione delle risorse necessarie per metter in atto politiche climatiche e territoriali adeguate. Al tempo stesso può essere un utile strumento per diffondere l’informazione e aumentare la consapevolezza dei singoli sul cambiamento climatico.
In sintesi, i cambiamenti ipotizzati e riassunti nel report sono i seguenti.
- Temperatura in aumento; i modelli climatici sono concordi nel valutare un aumento della temperatura fino a 2 gradi nel periodo 2021-2050 (rispetto al 1981-2010). Nello scenario con cambiamenti climatici più intensi si evidenziano variazioni maggiori in zona alpina e nella stagione estiva. In questo scenario si arriva ad ipotizzare anche un innalzamento della temperatura di 5 gradi a fine secolo.
- Meno pioggie ma più intense; tra i principali risultati evidenziati dalle analisi degli scenari climatici vi è una diminuizione delle precitazioni nel periodo estivo (più lieve in primavera) per il Sud e per il Centro Italia, aumentano le precipitazioni nel periodo invernale nel Nord Italia. Associato a questi segnali vi è un aumento sul territorio della massima precipitazione giornaliera per la stagione estiva ed autunnale, più marcata per lo scenario ad elevate emissioni di gas serra.
- Più giorni caldi e secchi; sia per lo scenario ad emissioni contenute che per quello ad emissioni elevate emerge un consistente aumento di giorni con temperatura minima superiore a 20 gradi e, nella stessa stagione, un aumento della durata dei periodi senza pioggia.
- Aumento delle temperature superficiali e del livello del mare, dell’acidificazione delle acque marine e dell’erosione costiera.
Tutti scenari confermati anche a livello internazionale, circa un anno fa, infatti, il rapporto ONU sul clima metteva in luce un allarmante innalzamento degli oceani e un preoccupante scioglimento dei ghiacciai.
Ormai esiste un ampio consenso nella comunità scientifica internazionale sul fatto che gli oceani si stiano sempre più innalzando dagli anni Settanta ad oggi. Oceani più caldi comporteranno anche eventi atmosferici molto più intensi ed estremi, con uragani e tifoni che potranno causare grandi inondazioni, complice anche l’innalzamento dei mari lungo le aree costiere.
Gli oceani hanno avuto un importante ruolo assorbendo il 90 % circa del calore aggiuntivo che si è prodotto a causa delle attività umane. La velocità di assorbimento è aumentata a partire dai primi anni Novanta, con effetti mai osservati prima per interi ecosistemi.
L’aumento della temperatura di gigantesche masse d’acqua, come quelle oceaniche, ha portato a un’espansione del volume degli oceani e al conseguenze innalzamento dei mari, il processo è ormai sempre più acuito dal progressivo scioglimento dei ghiacci in Antartide e in Groenlandia.
La calotta glaciale antartica, la più grande massa di ghiaccio del nostro pianeta, ha continuato a ridursi a causa del riscaldamento globale. Il rapporto spiega che tra il 2007 e il 2016 la perdita di ghiaccio è triplicata rispetto al decennio precedente. Le cose non vanno meglio in Groenlandia, dove nello stesso periodo si è assistito a un raddoppio nella perdita di ghiaccio.
Il riscaldamento globale sta inoltre modificando il clima in aree come la Siberia e il Canada settentrionale, dove il suolo in condizioni normali è costantemente gelato (permafrost). Se le emissioni continueranno ad aumentare, si stima che il 70 % del permafrost si scioglierà, liberando centinaia di miliardi di tonnellate di anidride carbonica e metano, che potrebbero complicare se non vanificare molti degli sforzi per ridurre le emissioni dovute alle attività umane.
Ognuno di noi può, infine, provare ad utilizzare il Climate interactive EN-ROADS, un “simulatore” per esplorare i vari scenari che si potrebbero raggiungere applicando diverse politiche in ambito ambientale per limitare i cambiamenti climatici.
Il simulatore può essere utilizzato da politici, amministratori, educatori, professori, giornalisti, imprenditori ma anche semplici cittadini. Tutti potranno esplorare, per conto proprio, le possibili conseguenze sul clima, applicando diverse politiche energetiche, di crescita economica e consumo del suolo.
Non si tratta di un gioco, il simulatore, infatti, è costruito su base scientifica. Il consiglio è quello di abbinarlo al workshop EN ROADS e al Climate Action Simulation per avere una visione di insieme dei gravi problemi legati al cambiamento climatico.
“Durante l’emergenza sanitaria abbiamo visto che è possibile avere atteggiamenti solidali, non solo tra persone, ma anche tra governi e scienziati”
Ma quando! 🤣