L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha proposto di abbassare la dose settimanale tollerabile di un gruppo di quattro sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), le più persistenti nell’ambiente. I Pfas sono sostanze largamente utilizzate in diversi settori industriali, ad esempio per rendere resistenti ai grassi e all’acqua i tessuti e i rivestimenti per contenitori di alimenti.
Il parere dell’Agenzia ne aggiorna uno precedente del 2018 su sole due sostanze prese individualmente, ed è stato realizzato grazie alla metodologia MixTox, finalizzata nel 2019, che consente di valutare il rischio per la salute di una miscela di chimici, noto anche come effetto cocktail. Efsa propone di fissare una dose settimanale tollerabile di 8 ng / kg di peso corporeo alla settimana per quattro Pfas. Il parere è in consultazione pubblica e tutti possono fornire dati, suggerimenti e indicazioni fino al 20 aprile.
La professoressa Tanja Schwerdtle, presidente del gruppo di lavoro che ha coadiuvato il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui contaminanti nella catena alimentare (CONTAM) a redigere questo parere sui PFAS, ha spiegato il lavoro che hanno svolto e che ha portato a queste conclusioni.
“Abbiamo proposto una dose settimanale tollerabile di gruppo (DST) per quattro PFAS principali che si accumulano nell’organismo, individuato i gruppi di popolazione più esposti e l’effetto critico collegato all’esposizione ai PFAS negli animali e nell’uomo. Abbiamo poi individuato gli alimenti che contribuiscono maggiormente all’esposizione a questi quattro PFAS, ovvero: acqua potabile, pesce, frutta, uova e prodotti a base di uova. (…)
Secondo la valutazione dell’esposizione dell’EFSA, i neonati, i bambini piccoli e gli altri bambini sono i più esposti. La gravidanza e l’allattamento al seno sono i principali fattori che contribuiscono all’esposizione dei neonati. La nuova DST è stata impostata in modo tale da proteggere i neonati da un’esposizione elevata.
Siamo interessati a ricevere riscontri su tutti gli aspetti del nostro parere scientifico. In particolare sarebbe utile ricevere, per un’ampia serie di gruppi di alimenti, un maggior numero di dati sulla presenza delle sostanze in questione ottenuti con metodi analitici più sensibili, che permettano di rilevare i PFAS a bassi tenori. Sarebbe auspicabile ricevere anche maggiori informazioni sulla potenza relativa dei 4 PFAS che abbiamo valutato, ma anche di altri rinvenuti negli alimenti.”
Cosa sono i PFAS
Le sostanze perfluoroalchiliche, o PFAS, sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali comprendente l’acido perfluoroottanoico (PFOA), il perfluoroottano sulfonato (PFOS), l’acido perfluorononanoico (PFNA), l’acido perfluoroesano sulfonico (PFHxS) e molte altre. I PFAS vengono prodotti e utilizzati sin dagli anni ’40 in tutto il mondo in diversi tipi di applicazioni industriali. Alcuni PFAS come PFOA e PFOS, PFNA e PFHxS non si scompongono nell’ambiente né nell’organismo umano e possono accumularsi nel tempo. L’esposizione ai PFAS può causare effetti nocivi sulla salute. Le persone possono venire esposte ai PFAS in diversi modi, e uno di questi è il cibo. Gli alimenti possono venire contaminati da terreno e acqua inquinati utilizzati per coltivarli; dai PFAS concentratisi nell’organismo di animali tramite mangimi e acqua; da imballaggi alimentari contenenti PFAS; o anche da attrezzature contenenti PFAS durante le lavorazioni alimentari.
Notizie sui PFAS dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.