Green Drop Award, il cinema declinato ai valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile

La 76a Mostra d’arte cinematografica di Venezia, ospita per l’ottavo anno il “Green Drop Award” , il riconoscimento assegnato all’opera, tra quelle in gara, che in maniera più efficace è in grado di far emergere le tematiche dell’ecologia, della sostenibilità e della cooperazione tra i popoli. Quest’anno arriva dalla culla dell’umanità ovvero dalla gola dell’Olduvai, l’area della Tanzania nella quale i primi ominidi hanno imparato a vivere e cooperare insieme e sono poi migrati per raggiungere ogni parte del Pianeta.

Le tematiche ambientali saranno presenti al Lido che, dal 28 agosto al 7, settembre ospiterà un autentico “green carpet” del “Green Drop Award” con personaggi del mondo del cinema, dello spettacolo, dei fumetti, della cultura e delle scienze per sensibilizzare e promuovere la sostenibilità attraverso gli schermi del Grande Cinema.

Il premio promosso da “Green Cross Italia”, ONG internazionale fondata da Mikhail Gorbaciov, con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed in collaborazione con Sardegna Film Commission ed il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, avrà come Presidente di Giuria, per l’edizione 2019, l’attrice Stefania Sandrelli.

Nell’ambito del premio si segnalano per originalità e capacità evocativa due eventi, una mostra a fumetti dal titolo “ Il cinema rovinato dal cambiamento climatico” ed un incontro sull’efficienza energetica e la sostenibilità per il sistema delle sale cinematografiche italiane.

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Le immagini della mostra “Il cinema rovinato dai cambiamenti climatici”

Nella mostra saranno presentate tavole di noti fumettisti ed illustratori che reinterpretano dodici film classici, da Visconti ad Hitchcock da Chaplin a Wyler. Le tavole presenteranno le scene più famose “rovinate” dagli effetti del cambiamento climatico sollecitando l’attenzione del pubblico sul problema del “climate change” e l’urgenza dell’adozione di politiche di mitigamento dei cambiamenti climatici. Proviamo ad immaginare un grande classico del cinema italiano come “Morte a Venezia” di Luchino Visconti dove il protagonista scompare sotto l’acqua alta dei cambiamenti climatici, che realmente comunque stanno minacciano Venezia, oppure “Vacanze Romane” vissuto sotto la neve od immersi nell’inquinamento. Gli artisti hanno dunque provato ad immaginare come sarebbero stati i film a noi più cari se si fossero già realizzate le drammatiche previsioni riguardo al riscaldamento globale. In occasione dell’apertura della mostra è prevista la partecipazione del regista Terry Gilliam e dello scienziato Valerio Rossi Albertini.

Grande importanza, per gli operatori del settore, sarà rivolta alla filiera sostenibile per il cinema, dalle produzioni alle sale cinematografiche con l’incontro “Sustainable Screens – efficienza energetica e sostenibilità per il sistema delle sale cinematografiche italiane” al quale prenderanno parte professionisti ed esperti del settore.

La consegna del “ Green Drop Award “ 2019 avverrà venerdì 6 settembre 2019 nella sala Tropicana dell’Hotel Excelsior presso la Fondazione Ente dello Spettacolo.


La goccia di quest’anno arriva dalla culla dell’umanità ovvero dalla gola dell’Olduvai

La terra contenuta nel Green Drop Award 2019 – la Goccia di vetro di Murano soffiata dal maestro Simone Cenedese – quest’anno arriva dalla culla dell’umanità ovvero dalla gola dell’Olduvai, l’area della Tanzania nella quale i primi ominidi hanno imparato a vivere e cooperare insieme e sono poi migrati per raggiungere ogni parte del Pianeta.
Milioni di anni fa, questa vasta regione caratterizzata dal clima arido ospitava invece, un lago, un bosco ricco di varietà vegetali e un’ampia area per il pascolo.
«Oggi i resti fossili della gola dell’Olduvai sono composti da depositi lacustri, fluviali, eolici e piroclastici che hanno restituito negli ultimi decenni resti umani e utensili di pietra che documentano quasi due milioni di evoluzione umana» spiega il paleontologo Rodolfo Coccioni che con la Settimana del Pianeta Terra ogni anno è responsabile della raccolta della preziosa testimonianza contenuta nella goccia di vetro. Le ossa ritrovate appartengono a diverse specie di ominidi che si sono avvicendate nel corso dei milioni di anni dall’Australopithecus boisei all’Homo habilis fino ai giorni nostri (i ritrovamenti più recenti risalirebbero “solo” a 15mila anni fa).
«La Gola di Olduvai è anche uno dei luoghi più importanti per la storia del cinema. Qui il regista Stanley Kubrick e lo scrittore Arthur C. Clarke vollero ambientare il primo capitolo di “2001: Odissea nello spazio”, quello dove i primi ominidi, rappresentati quasi come scimmie, trovano il misterioso monolito nero, simbolo di un salto evolutivo- spiega Marco Gisotti, direttore Green Drop Award -. In qualche modo Kubrick metteva in scena una realtà storica. Nella gola dell’Olduvai, quasi due milioni di anni fa, infatti, è cominciato il cammino dell’umanità. Qui i primi ominidi hanno imparato a costruire utensili di pietra e da qui sono migrati i primi ominidi per diffondere la nostra specie su tutto il pianeta».


Da dove venivano le “terre” del Green Drop Award dal 2012 ad oggi

Il primo messaggio è stato quello del Brasile nel 2012, con la terra raccolta in occasione dell’edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile “Rio+20”, a seguire la terra dell’Egitto, nel 2013, in segno di solidarietà con un Paese martoriato, teatro di un colpo di Stato e prostrato da scontri di piazza. L’anno successivo è stata la volta della sabbia dall’Antartide per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del “global warming” attraverso la conoscenza di un luogo, un’immensa distesa bianca di impareggiabile bellezza e fragilità, in prima linea nello studio dei devastanti cambiamenti climatici in atto.
Per l’edizione 2015 la “goccia di vetro verde” ha ospitato la terra del Senegal, Paese al centro di progetti di cooperazione di Green Cross, dove i campi una volta fertili stanno cedendo il passo al deserto, gli uomini emigrano sfidando la sorte e chi resta fa i conti con la povertà e la fame.
Nell’anno dell’enciclica “Laudato si’”, la scelta degli organizzatori è caduta su Assisi, luogo natio di San Francesco, cantore della bellezza del Creato, nel 2017 sulla terra risalente a circa 66 milioni di anni fa, al limite fra l’Era mesozoica e l’Era cenozoica, corrispondente al periodo dell’estinzione dei dinosauri, proveniente da 12 Paesi da tutti continenti. Per il Green Drop Award 2018 è stata inserita la terra del vulcano islandese Laki, la cui eruzione del 1784 causò morti, inverni rigidi, estati torride, inondazioni e carestie i cui effetti furono indirettamente fra le cause scatenanti della Rivoluzione francese.


Testo a cura di Sergio Lavacchini

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