L’inquinamento atmosferico minaccia infatti la salute umana in modo ormai evidente: in particolare i bambini, nei loro primi anni, sono particolarmente a rischio, con problemi come asma e scarso sviluppo polmonare.
Come possiamo allora limitare l’esposizione personale all’inquinamento atmosferico e ridurre quindi il rischio di gravi danni alla salute?
Molti studi hanno indagato e studiato gli interventi da mettere in atto per ridurre le emissioni di inquinanti nocivi. Pochi invece gli studi esistenti che esaminano direttamente gli effetti di questi interventi sulle concentrazioni di inquinanti o sui conseguenti impatti sanitari. Anche le analisi dei costi-benefici sono purtroppo molto limitate. Tuttavia, esistono oggi prove sufficienti per raccomandare azioni e misure che possano ridurre le emissioni e quindi l’esposizione delle persone e i conseguenti impatti sulla salute umana.
L’Agenzia britannica per la salute ha avuto a tal proposito l’incarico dal Governo inglese di riesaminare i possibili interventi pratici per ridurre i danni causati dall’inquinamento atmosferico e di valutarne l’efficacia in termini sanitari ed economici. La revisione, che si è focalizzata sulle azioni a disposizione delle amministrazioni locali e, in seconda istanza, su quelle nazionali necessarie per sostenerle, ha identificato 5 aree di intervento: veicoli e carburanti, pianificazione territoriale, industria, agricoltura e cambiamento comportamentale.
Dall’analisi è emerso che gli interventi con il maggiore impatto in termini sanitari, a cui dare quindi priorità, sono quelli che consentono di prevenire e ridurre le emissioni alla fonte piuttosto che quelli che vanno a mitigare le conseguenze. Purtroppo però oggi giorno si va ancora troppo poco in questa direzione. Se infatti l’obiettivo di prevenire o ridurre le emissioni è alla base di molti interventi politici esistenti in ambito industriale (vedi normative sui valori limite), si può fare di più per incoraggiare la riduzione delle emissioni e dell’esposizione in altri settori come quello dei trasporti.
La pianificazione del territorio può dal canto suo giocare un ruolo importante nella riduzione delle fonti e dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, diminuendo la necessità dell’uso del veicolo, ad esempio attraverso la progettazione di corsie prioritarie per i mezzi pubblici ed il car pooling, di zone a bassa emissione, di infrastrutture che consentano di andare a piedi o in bicicletta, la promozione di parcheggi prioritari per le auto elettriche e lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica, l’introduzione di barriere per ridurre l’esposizione agli agenti inquinanti.
Particolare attenzione viene poi rivolta a tutte quelle azioni che possono incidere sui comportamenti individuali, ciascuno di noi infatti, con le proprie abitudini ed azioni quotidiane, può ridurre la propria esposizione e anche il proprio contributo all’inquinamento. Ecco l’importanza dell’opera di sensibilizzazione ed educazione o dell’informazione, sia per ridurre al minimo il contributo individuale all’inquinamento atmosferico sia l’esposizione, ad esempio tramite notifiche quotidiane sulla qualità dell’aria o sui percorsi di viaggio e sulle ore del giorno meno inquinate.
Come già detto, i bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dell’inquinamento atmosferico e il rapporto non dimentica di raccomandare l’adozione di un approccio particolarmente mirato a ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico su di loro. Le amministrazioni locali devono quindi prendere in considerazione una serie di interventi per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle vicinanze delle scuole e di conseguenza l’esposizione dei bambini, facilitandoli nel camminare o andare in bicicletta a scuola e sensibilizzando l’opinione pubblica in merito al legame tra inquinamento atmosferico e infanzia. Tra gli interventi opportuni troviamo:
- introdurre zone di divieto di circolazione al di fuori delle scuole
- arrestare le auto al minimo vicino ai cancelli delle scuole
- assicurare i servizi di scuolabus
Paul Cosford, direttore sanitario dell’Agenzia britannica, ha affermato: “Dovremmo smettere di oziare al di fuori delle scuole, dovremmo assicurarci che i bambini possano camminare o andare in bicicletta a scuola, e dovremmo assicurarci che le scuole lavorino con i genitori su come possono fare del loro meglio per questo“.
Per approfondire leggi lo studio dell’Agenzia britannica per la salute Review of interventions to improve outdoor air quality and public healthContenuti correlati
Testo a cura di Maddalena Bavazzano
“Pochi invece gli studi esistenti che esaminano direttamente gli effetti di questi interventi sulle concentrazioni di inquinanti o sui conseguenti impatti sanitari. Anche le analisi dei costi-benefici sono purtroppo molto limitate”.
Insomma, l’iniziativa è stata presa senza sapere se servirà a qualcosa, ma PUR DI FARE QUALCOSA,
E poi c’è chi dice che a comportarsi così siamo SOLO noi Italiani
Saranno anche pochi ma questi studi ci sono, per Milano e la Pianura padana gli studi dicono che occorre ridurre il traffico dei mezzi pesanti su tutta la pianura e l’accesso in città alle auto (in particolare quelle diesel), le misure per raggiungere questi traguardi però sono estremamente deboli. In Lombardia addirittura ci si è inventati Move-In un sistema per far continuare a circolare i mezzi più inquinanti in deroga al buonsenso.