Il Consiglio di Stato, con decreto, ha accolto l’istanza cautelare della Regione Puglia e ha sospeso l’esecutività dell’ordinanza cautelare del TAR Puglia – sede di Bari – Sez. Unite, n. 315 del 30 luglio 2019, pronunciatosi a seguito di ricorso da parte di alcune imprese che ritenevano l’atto amministrativo della Regione lesivo dei loro interessi, in quanto in contrasto con il quadro normativo nazionale in materia di uso della plastica monouso, ovvero di tutti quei prodotti
- composti interamente o in parte di materiale plastico
- destinati, in genere, ad essere utilizzati una sola volta o per un breve periodo di tempo prima di essere gettati via.
Il Consiglio di Stato fa un’importante premessa, ricorda che l’ordinanza regionale è stato emanata in applicazione di disposizioni legislative regionali, in particolare la legge regionale 17 del 2015 che riguarda appunto l’esercizio delle funzioni amministrative connesse alla gestione del demanio, e ne rappresenta il fondamento normativo.
Con il suo atto, la Regione Puglia ha inteso perseguire, in primo luogo, l’interesse pubblico rappresentato da un’ordinata, sicura, armonica e civile fruizione del demanio marittimo. Questo obiettivo comprende, non in via primaria ma secondaria ed indiretta, anche la possibilità di porre in essere disposizioni in materia ambientale, come, ad esempio, la previsione del divieto di utilizzo di prodotti in plastica monouso con la finalità di tutelare la salute e l’ambiente, in particolare quello marino costiero, riducendo, in questo modo, la produzione di rifiuti in plastica usa e getta.
Per l’Unione Europea, improntare misure che riducono i rifiuti alla fonte o semplicemente individuare siti idonei ad interrare o incenerire i rifiuti una volta raccolti non è da mettere sullo stesso piano.
Del resto neanche il riciclo, finora, si è mostrato per i materiali plastici una buona soluzione, visto che si stima che, dagli anni ’50 ad oggi, solo una piccola parte dei materiali prodotti nelle diverse plastiche esistenti siano stati riciclati.
La prima e più importante azione per affrontare la questione dei rifiuti è non produrli!
Lo stesso art. 180 del decreto legislativo 152/2006, meglio conosciuto come Testo Unico Ambientale, mette al primo posto la prevenzione, con la specifica finalità di eliminare o fortemente ridurre la quantità di rifiuti prodotti. Bene allora partire da quelli in plastica usa e getta!
La direttiva UE 2019/904 si pone l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti di plastica prodotti, prevedendo che gli oggetti in plastica monoso, quali i piatti, le posate, le cannucce, le aste per palloncini, i bastoncini cotonati in plastica monouso, ma non solo, possano essere vietati, nei singoli paesi membri dell’UE, dal 2021 (il termine per il recepimento è fissato al 3 luglio 2021) e sostituiti con valide alternative presenti in commercio.
Secondo il Consiglio di Stato, quanto disposto dalla Regione Puglia nella sua ordinanza non solo non contiene elementi evidenti ed univoci in contrasto con la disciplina europea, in particolare con la direttiva UE 2019/904, ma trova anche giustificazione nel principio secondo cui “le Regioni possono dettare, nelle materie rientranti nella propria competenza, disposizioni che indirettamente determinino standard di tutela ambientale più elevati di quelli fissati da norme statali”.
L’ordinanza regionale, infatti, non impone limiti né nella fase di produzione della plastica monouso né in quella di distribuzione, ma si limita a disciplinarne l’uso nelle aree del demanio marittimo e nei locali aperti al pubblico con accesso diretto al demanio marittimo, con l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti prodotti.
Il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha voluto esprimersi su questa sentenza con una dichiarazione pubblica: “Mi complimento con il Consiglio di Stato per questa decisione di oggi che evidenzia nelle motivazioni la legittimità dell’ordinanza plastic free della Regione Puglia. Colgo l’occasione per ribadire che il mio ministero ed i suoi tecnici sono a completa disposizione delle amministrazioni locali per supportarle nel percorso di eliminazione della plastica monouso dai loro territori attraverso delle ordinanze plastic free. Insieme troveremo le soluzioni migliori che garantiscano gli enti locali da impugnabilità e ricorsi amministrativi”.
Testo a cura di Stefania Calleri