L’approvazione da parte del Parlamento europeo delle norme sulla gestione dei rifiuti apre la strada alla transizione veriso il nuovo modello economico, di “chiusura del cerchio”. Grandi sono le opportunità e importanti sfide per gli stati membri che hanno due anni di tempo per recepire le direttive. Alcuni contributi dalla rivista Ecoscienza 3/2018.
Il 18 aprile scorso, il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha approvato a larghissima maggioranza (580 sì su 661 votanti) il pacchetto sull’economia circolare.
Le nuove norme aggiornano i testi delle direttive su riciclo dei rifiuti solidi urbani, imballaggi, rifiuti da batterie, componenti elettriche ed elettroniche e infine discariche. I principi base sono: in primo luogo, prevenire la creazione dei rifiuti, riparare e riciclare i prodotti; infine, recupero energetico attraverso i termovalorizzatori. Il conferimento in discarica è l’extrema ratio: entro il 2035 non dovrà superare il 10% del totale dei rifiuti.
Tutti gli stati membri hanno due anni di tempo per recepire la direttiva quadro, che prevede di riciclare almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali entro il 2025, per arrivare al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. L’obiettivo per gli imballaggi è di riciclarne il 65% entro il 2025, per arrivare al 70% entro il 2030, con percentuali specifiche per i diversi materiali.
In linea con gli obiettivi Onu per lo Sviluppo sostenibile, il pacchetto prevede anche la riduzione degli sprechi alimentari: -30% entro il 2025 e -50% entro il 2030.
In un articolo su Ecoscienza 3/2018, Rita Michelon (Arpae) illustra in dettaglio le misure previste, mettendo in luce le opportunità e le sfide proposte, mentre Elisa Bonazzi, sempre di Arpae, fornisce alcune indicazioni tecniche su come misurare lo sviluppo e l’economia circolare, utilizzando la metrica data dalla contabilità ambientale.
Simona Bonafè, eurodeputata, membro della Commissione ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (Envi), competente per le politiche ambientali e lo sviluppo sostenibile livello europeo, relatrice ufficiale al Parlamento europeo delle direttive sull’economia circolare, in un articolo su Ecoscienza n.3/2018 illustra le novità del pacchetto.
L’articolo su Ecoscienza 3/2018 di Piernicola Pedicini, eurodeputato del M5S, relatore ombra del pacchetto economia circolare, che spiega i motivi del voto favorevole della delegazione italiana M5S. Il contesto richiede interventi forti, tuttavia si tratta di un miglioramento da cui partire per lavorare ulteriormente.
Così oltre a produrre “merda”, vale a dire rifouti speciali, il capitale ha trovato il modo di abbattere i costi di smaltimento e di fare profitto anche sulla “merda” che esso stesso produce.
Così per le polveri (di carbone) di combustione prodotte dalle centrali elettriche e via dicendo.
Ed ecco il conio di un nuovo slogan “economia circolare”, ovvero il presupposto per le future emergenze ambientali.
Viva la scienza e l’economia nell’epoca del capitale!