In un articolo su Micron, Arpa Umbria illustra i risultati di un primo screening regionale delle sostanze perfluoroalchiliche nelle principali aste fluviali, avvalendosi della collaborazione del laboratorio Arpav di Venezia per le determinazioni analitiche.
I campionamenti sono stati effettuati in 8 tratti a chiusura dei principali bacini umbri (Alto Tevere, Medio Tevere, Basso Tevere, Chiascio, Topino, Nestore, Paglia, Nera), nonché in ulteriori due tratti localizzati nel Torrente Teverone e nel medio corso del Fiume Nera, recettori di scarichi industriali potenzialmente interessati da PFAS.
Tutte le determinazioni effettuate dal Laboratorio ARPAV di Venezia sono risultate inferiori al limite di quantificazione di10 ng/l, ad eccezione del campione prelevato sul Fiume Nestore (NES2), nel quale sono stati riscontrati 14 ng/l di PFPeA e 13 ng/l di PFOA.
Benché l’esiguità dei campioni non consenta di elaborare un vero e proprio giudizio di conformità, le positività rilevate risultano comunque inferiori agli standard di qualità ambientale previsti per questi due parametri in termini di media annua (SQA-MA di cui alla Tab. 1/B del DM 172/2015).
In merito agli PFOS, individuati come sostanze pericolose e prioritarie, tutti i punti campionati sono risultati conformi allo standard di qualità ambientale espresso come concentrazione massima ammissibile (SQA-CMA di cui alla Tab. 1/A del DM 172/2015), mentre non è possibile esprimere alcun giudizio sulla conformità ai valori medi annui, dal momento che il limite di quantificazione del metodo (10 ng/l) era superiore al relativo standard, pari a 0,65 ng/l.
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