Arpa Umbria ha effettuato due screening regionali delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle principali aste fluviali regionali; il primo screening, eseguito nel mese di luglio 2017, aveva evidenziato positività sul Fiume Nestore, nel quale era stata riscontrata la presenza di PFPeA e PFOA in concentrazioni apprezzabili.
Il secondo, promosso dal tavolo tecnico nazionale istituito nel 2017 dal MATTM ed effettuato nel mese di marzo 2018, aveva evidenziato positività per un unico composto (PFOS) in quattro punti: uno sul torrente Teverone (Valle Umbra) e tre localizzati rispettivamente alla chiusura del Fiume Nestore e nei suoi due principali tributari (Caina e Genna).
Relativamente alle acque sotterranee, è stato effettuato un solo screening nella primavera 2018 ed era stata rilevata la presenza di alcune sostanze perfluoroalchiliche a catena lunga (PFOS) e corta (PFBA, PFPeA, PFHxA) in un sito della Conca Ternana.
Il monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) effettuato nel 2018 ha consentito di approfondire le conoscenza sulla presenza di questi composti nelle acque superficiali e sotterranee in Umbria.
La situazione delle acque superficiali non presenta grandi criticità, sebbene in due corsi d’acqua (Genna e Caina) siano stati superati gli standard di qualità ambientale, espressi come concentrazioni medie annuali, fissati dal D.Lgs. 172/2015 per il PFOS.
Arpa Umbria prosegue il monitoraggio mensile dei quattro corsi d’acqua che hanno manifestato ripetute presenze di PFAS (Genna, Caina, Nestore, Teverone) ed estende i campionamenti mensili anche al Fiume Topino e al Torrente Saonda.
Per quanto riguarda le acque sotterranee, la situazione complessiva è buona, tuttavia, verrà continuato semestralmente (monitoraggio operativo) la ricerca delle sostanze perfluoroalchiliche in tutti i punti dislocati nei corpi idrici denominati Conca Ternana – Area Valliva, Conca ternana –Fascia Pedemontana dei Martani, Valle Umbra– settori di Petrignano e Foligno. Tutti gli altri corpi idrici, invece, saranno monitorati con frequenza sessennale (monitoraggio di sorveglianza), per avere periodicamente un quadro generale della situazione nell’intera regione.
Le contaminazioni riscontrate nelle acque superficiali non sembrano riconducibili ai depuratori civili, poiché tutte le analisi effettuate sui campioni compositi negli impianti con potenzialità superiore a 40.000 A.E. hanno dato esito negativo.
Negli scarichi industriali recapitanti in corpo idrico superficiale, invece, sono state rilevate moderate concentrazioni di PFPeA, PFBS, PFHxA, PFOA e PFOS, soprattutto nelle cartiere e in alcuni impianti di trattamento rifiuti.
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