Gli studi nelle aree ad alto rischio ambientale sono aumentati negli ultimi anni in Italia, e stanno producendo conoscenze di buona qualità, che entrano nel dibattito pubblico quando ci sono amministratori pubblici e comunità attivi e impegnati nel contribuire al miglioramento del proprio territorio.
Il quesito sempre attuale, che non smette di appassionare e di far discutere, è come valutare i risultati conseguiti dagli studi clinici e epidemiologici. Così come è – giustamente – oggetto di discussione, anche accesa, quale peso dare e come valutare la qualità degli studi sperimentali, soprattutto per rispondere alle critiche legate all’incertezza. Vai all’articolo sulla rivista >