La rivista di Arpa Umbria ha pubblicato il “decalogo” proposto dalla organizzazione no-profit EDF per cercare di limitare l’aumento della temperatura e l’inquinamento atmosferico. Sono 10 passi che ci possono aiutare a cambiare la traiettoria dell’impronta dell’uomo sulla Terra. Vai all’articolo >
Nel decalogo di Arpa Umbria al punto 4 si legge ” Nuove leggi per favorire la “rivoluzione digitale”, si chiede di chiarire cosa si intenda nello specifico in questo punto.
Preoccupa in quanto la rivoluzione digitale sta correndo incontrollata anche negli ambienti più sensibili.
Nel punto non pare esserci cenno all’inquinamento elettromagnetico dato dalla “rivoluzione digitale”. Rivoluzione che attualmente non pare adeguatamente seguita in riferimento attenzione alla salute dell’ambiente e psicofisica degli esseri viventi.
Oltre al possibile danno alla salute negli ambienti di vita – la dipendenza – l’invadenza nella sfera privata e sul lavoro – il fattore di rischio anche per incidenti.
La rivoluzione digitale spesso sostiene, senza riflessioni critiche e costruttive, il wireless e le comunicazioni senza cavo.
Le emissioni e le “interferenze ambientali” di questo subdolo inquinante (non si vede e non odora), creano negli ambienti esterni e interni, il potenziamento di altri inquinanti.
Nello specifico completa la “triade” degli inquinanti atmosferici: ASBESTO; SCM-MCS ; CEM-EMF. (rif. moltitudine di studi specifici ). Spesso viene sottovalutata o non affrontata, proprio dimenticando che potenzia le concause dei fattori di rischio per la salute dell’ambiente (sia in ambiente aperto sia preoccupantemente anche indoor ).
Preoccupa per l’assenza di regole a vera tutela della salute (le poche esistenti sono da più significative fonti ritenute inadeguate perché decisamente troppo generose per l’inquinante e perché non considerano, per gli esseri viventi, fattori decisamente più significativi del solo innalzamento termico).
Inquinante che utilizza strumenti che stanno creando fenomeni di dipendenza dalle strumentazioni alle nuove generazioni ma, oltretutto per età sempre più piccole – fin dalla scuola d’infanzia (in particolare giochini – telefonini e similari).
Inoltre, per come sono progettate nonché imposte, creano disparità e spaesamento tra le generazioni.
Strumenti inquinanti e invadenti praticamente poco studiati, non regolati anzi, addirittura, incentivati.
Strumenti con una filiera di vita anche preoccupantemente poco affrontata (dall’estrazione alla dismissione).
Gentilmente si chiede di chiarire.