Dopo aver asportato dal laghetto di Fiè gli esemplari di carpa erbivora immessi illegalmente, Appa Bolzano ora mette in atto le ulteriori misure previste per migliorare lo stato della qualità delle acque: spargimento sull’acqua del lago di un’argilla che abbatte i fosfati trattenendoli sul fondo e messa a dimora di piante autoctone in grado di assorbire i futuri nutrienti. Video su YouTube
Il laghetto di Fiè (Völser Weiher) si trova all’interno del parco naturale Sciliar-Catinaccio e rappresenta un esempio unico di biodiversità. Il Laboratorio biologico di Appa Bolzano ne monitora regolarmente la qualità, come fa per tutti gli altri laghi altoatesini, sia dal punto di vista della balneazione che per gli ecosistemi.
Per mantenere elevata la qualità biologica dell’acqua e aumentare anche la biodiversità nel lago, il Laboratorio biologico ha programmato ed avviato, a partire dall’autunno 2019, tutta una serie di interventi, in collaborazione con il Comune di Fiè, le Ripartizioni provinciali Foreste, Natura, paesaggio e sviluppo del territorio, la Forestale e col sostegno dell’Agenzia per la Protezione civile della Provincia autonoma di Bolzano.
Ottobre 2019: asporto carpe erbivore
Il primo passo, di questa lunga serie di interventi è stato l’asportato, in ottobre 2019, di tutte le carpe erbivore che sono state immesse illegalmente nel lago.
Le carpe erbivore, specie ittica di provenienza asiatica immessa nel lago da ignoti negli scorsi anni, avevano causato enormi danni all’ecosistema divorando completamente la flora acquatica e impedito la sua ricrescita. In assenza di piante acquatiche, i nutrienti permangono nell’acqua, invece che essere assorbiti dalle piante, e forniscono alimento per piccole alghe e batteri, con conseguente intorbidimento delle acque.
Ottobre 2020, fase I: spargimento sostanza inerte che abbatte i fosfati
Il secondo intervento messo in atto riguarda lo spargimento sulla superficie del Laghetto di Fiè di una sostanza inerte e inodore, un’argilla, in grado di mantenere bassa la concentrazione dei nutrienti, in primis i fosfati, responsabili della prolifereranno incontrollata di alghe e cianobatteri. La sostanza impiegata non presenta alcun pericolo per la popolazione. Infatti, quando si è creato un legame indissolubile con i fosfati, l’argilla si deposita sul fondo.
Ottobre 2020, fase II: messa a dimora di piante acquatiche autoctone
Le piante acquatiche sono state prelevate da altri laghi altoatesini, quali il lago di Dobbiaco, il lago di Anterselva e il lago di Braies, e piantate nel lago di Fiè grazie all’aiuto di alcuni sommozzatori. Si tratta di carecee, piante autoctone che vengono messe a dimora su tutto il fondale del laghetto di Fiè.
“Le alghe reimpiantate potranno nuovamente assorbire il fosforo e i nutrienti andando a ripristinare lo stato naturale e la qualità ecologica del lago favorendo la biodiversità”, spiega Alberta Stenico, direttrice del Laboratorio biologico di Appa Bolzano. Queste piante hanno il vantaggio di non crescere in altezza e di assorbire in futuro eventuali nutrienti quali il fosforo. Inoltre, la messa a dimora di queste piante, che continuerà anche in primavera e autunno del 2021, contrasta la comparsa di specie vegetali invasive.
Le acque del Lago di Fiè grazie a queste misure dovrebbero riacquisire limpidezza e, in tal modo, potrà essere garantita la balneabilità del lago anche in futuro.