Il progetto, ideato e promosso dall’Appa Bolzano in collaborazione con l’Intendenza scolastica di lingua tedesca della Provincia di Bolzano, è finalizzato a migliorare la qualità dell’aria nelle aule scolastiche.
A partire da febbraio fino ad aprile 2018 il Laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia provinciale per l’ambiente di Bolzano, in collaborazione con l’Intendenza scolastica in lingua tedesca della Provincia, mette a disposizione degli strumenti per misurare in autonomia la concentrazione dell’anidride carbonica (CO2) nelle aule scolastiche. Parteciperanno all’iniziativa 115 classi delle scuole altoatesine (per un totale di 2028 alunni coinvolti), ognuna delle quali potrà tenere e utilizzare lo strumento per due settimane. L’obiettivo dell’iniziativa è mostrare ai ragazzi e al personale docente, attraverso l’esperienza pratica, come, perché e quanto spesso si debba arieggiare in classe affinché l’aria “viziata” si trasformi in aria “buona”.
“Dalle misure effettuate negli anni passati e in base all’esperienza maturata emerge chiaramente che il modo e la frequenza con cui viene cambiata l’aria nelle aule scolastiche non è sufficiente per garantire una buona qualità dell’aria”, spiega Luca Verdi, direttore del Laboratorio di chimica fisica.
Il progetto nasce dal fatto che nella società moderna le persone passano circa il 90% del tempo in ambienti chiusi e dalla necessità dunque di sensibilizzare il personale scolastico e gli studenti sull’importanza di una buona qualità dell’aria all’interno dei locali dove passano buona parte della loro vita. “L’aria di un’aula scolastica”, continua Luca Verdi, “è caratterizzata da un mix di sostanze inquinanti provenienti in parte dall’esterno, ma soprattutto dai materiali con cui è stata realizzata l’aula e da chi la utilizza”. La presenza di persone, infatti, porta ad un aumento sia dell’anidride carbonica legata alla respirazione, sia di altri agenti di natura organica o biologica come batteri e virus. Un ricambio d’aria insufficiente provoca un accumulo di queste sostanze e di conseguenza una bassa qualità dell’aria, molto spesso peggiore di quella esterna. “Per migliorare la qualità dell’aria in un’aula tipo”, continua Luca Verdi, bisogna impegnarsi ad aprire le finestre con una frequenza molto maggiore rispetto a quello che si fa abitualmente, soprattutto all’inizio e al termine delle lezioni, a metà di ogni ora di lezione (dopo 20 minuti ca.) e ad ogni cambio d’ora (calcolando 1 ora di lezione con 45 minuti).
L’iniziativa partirà quest’anno come progetto pilota nelle scuole altoatesine di lingua tedesca, per essere poi estesa l’anno prossimo, su richiesta, anche alle scuole di lingua italiana e ladina dell’Alto Adige. Ulteriori informazioni sul sito web dell’Appa Bolzano.
Il progetto è stato avviato in seguito ai risultati emersi da una precedente campagna di sensibilizzazione sul tema della qualità dell’aria nelle scuole altoatesine che ha portato il Laboratorio di chimica fisica ad effettuare, tra l’autunno del 2015 e la primavera del 2016, misure della concentrazione di anidride carbonica (CO2) in 150 aule, coinvolgendo circa 3000 persone fra docenti, ragazzi e dirigenti. “Dalle misure effettuate era emerso che la qualità dell’aria nei locali scolastici dell’Alto Adige risultava spesso scadente”, spiega Luca Verdi. “Da qui l’idea di dare il via ad un nuovo progetto finalizzato non solo a sensibilizzare alunni ed insegnati su questo tema ma anche a far adottare loro quei piccoli accorgimenti che permettono di migliorare notevolmente la qualità dell’aria nelle classi”.
Aria viziata a scuola, misurazioni in 150 classi, anno scolastico 2015/2016.
GNews Production, su incarico dell’Appa Bolzano
Versione del video in lingua tedesca su YouTube
(NaF)
Un pensiero su “Aria viziata in classe, al via un nuovo progetto per le scuole altoatesine”