A fine estate, inizio autunno, sono i pollini dell’artemisia a creare ancora disagio alle persone allergiche. La sua fioritura avviene dopo il grande caldo estivo, nell’area mediterranea addirittura ancora un po’ più tardi rispetto al centro Europa. Il servizio d’informazione pollinica di Appa Bolzano monitora anche il volo pollinico di questa pianta a fioritura tardiva.
L’autunno si avvicina e per molte persone l’allergia ai pollini è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, sebbene non sia così “famosa”, la pianta di artemisia, detta anche assenzio, con la sua fioritura tardiva, può creare ancora notevoli disagi alle persone allergiche per via dei suoi pollini, altamente allergenici e responsabili della febbre da fieno. “A Bolzano, come anche in altre realtà italiane, l’andamento del polline di artemisia presenta in tarda estate due picchi significativi”, spiega Alberta Stenico, direttrice del Laboratorio biologico di Appa Bolzano. “Il primo picco si registra solitamente già in agosto; il secondo, a fine settembre/inizio ottobre. Le due specie di artemisia che fioriscono ad inizio autunno – l’artemisia annuale e l’artemisia dei fratelli Verlot – sono piante pioniere, poco esigenti, che tendono a stabilirsi su terreni incolti o abbandonati. Sono considerati specie invasive, che si stanno sempre più diffondendo nelle vallate principali della parte meridionale e occidentale del territorio altoatesino e che possono diventare anche erbacce problematiche.
L’artemisia: una pianta dai pollini aggressivi
In Europa circa il 3-15% delle persone allergiche al polline è sensibilizzato al polline di artemisia e molte di queste sono anche allergiche alle graminacee e all’ambrosia. Soprattutto nell’Europa centrale il polline dell’artemisia è considerato molto allergenico. In Polonia, ad esempio, l’artemisia è al terzo posto tra le piante responsabili di rinite allergica ed asma dopo le graminacee e la betulla. “Sebbene la quantità di polline di artemisia rilevato sul tetto della sede di Appa Bolzano – sottolinea Edith Bucher del Servizio di informazione pollinica di Appa Bolzano – rappresenti solo una piccola parte del totale annuo di polline registrato (circa lo 0,8%), la concentrazione di polline nei luoghi dove crescono le piante può essere molto elevata, essendoci infatti differenze a livello locale. Oltre al polline, anche le foglie e lo stelo della pianta possono provocare allergia. Inoltre, sono state documentate reazioni crociate con altri allergeni vegetali”.
Alterazioni del volo pollinico e cambiamenti climatici
Negli ultimi 25 anni, nel sud dell’Alto Adige, la stagione dei pollini di artemisia si è posticipata. “I pollini sono considerati indicatori molto sensibili della fioritura delle piante”, sottolinea Edith Bucher. “Alterazioni del volo pollinico vengono spesso associate ai cambiamenti climatici, ma possono essere legati anche dell’uso del suolo e alla diffusione delle specie”.
A Bolzano, la somma annuale dei pollini di artemisia mostra una tendenza al ribasso. Mentre in estate, la diminuzione del polline dell’artemisia è chiaramente pronunciato, in autunno il volo pollinico è leggermente aumentato e di conseguenza tutta la stagione dei pollini si è estesa fino ad inizio autunno. Ciononostante, negli ultimi 25 anni le date dei picchi di concentrazione pollinica sono poco variate, registrate generalmente a metà agosto e nell’ultima decade di settembre.
Online e su Pollen-App la previsione a tre giorni
La previsione a tre giorni, disponibile online e tramite applicazione web, costituisce uno strumento veramente utile per chi soffre di allergie ai pollini. L’applicazione web “Pollen-app” è scaricabile gratuitamente sia per Android che per iOS e fornisce informazioni utili sul volo pollinico del giorno corrente e dei due giorni successivi.
Ulteriori informazioni utili sul servizio d’informazione pollinica di Appa Bolzano sono disponibili su:
https://ambiente.provincia.bz.it/pollini
Pubblicazione scientifica: “The late flowering of invasive species contributes to the increase of Artemisia allergenic pollen in autumn: an analysis of 25 years of aerobiological data (1995–2019) in Trentino-Alto Adige (Northern Italy)“
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