Più di un quinquennio di attività, dati ed elaborazioni, in una corposa documentazione fatta di report annuali e di un documento che ne analizza l’andamento sul periodo 2015-2019. E’ quanto tramesso nei giorni scorsi dall’Arpacal alla Regione Calabria per rendicontare l’attività svolta nella progettazione, installazione e messa a regime della rete regionale della qualità dell’aria.
Una collaborazione virtuosa tra i due enti che ha permesso alla Calabria di passare dal baratro dell’infrazione comunitaria, originariamente prevista dalla normativa contenuta nel D.lgs. 155/2010 e sue modifiche, alla ordinaria gestione di una rete di stazioni fisse e mobili in grado di fornire dati, da trasferire anche in UE, ma soprattutto elementi di valutazione per la programmazione futura, come nel caso dei piani di mobilità regionale.
Questa documentazione – consultabile sul sito web dell’Arpacal unitamente ad una dettagliata cronistoria del quinquennio a cura dell’ing. Domenico Vottari, dirigente tecnico che dal febbraio 2012 è stato il Responsabile Unico per l’Agenzia verso la Regione Calabria per tali attività – permette di avere un quadro dettagliato della qualità dell’aria in Calabria e di tutti gli step che il “sistema Regione” ha fatto nell’ultimo decennio.
“Nessuno allora avrebbe scommesso – dichiara l’ing. Domenico Vottari – sulla capacità della Regione Calabria di recuperare il gap accumulato sulla qualità dell’aria, ed ovviamente nessuno avrebbe scommesso su di noi che avevamo assunto questi oneri nei confronti della Regione stessa”.
Di strada, quindi, ne è stata fatta, ma tanto altro ancora c’è da fare dicono gli addetti ai lavori: innanzitutto far sì che questo approfondito lavoro, che ha permesso alla Calabria di passare dal rischio infrazione comunitaria all’ordinaria amministrazione in questa delicata matrice ambientale, non finisca qui.
“Oggi – afferma infatti il Direttore Generale Dott. Domenico Pappaterra – l’Agenzia è disposta a mettere in campo un impegno ancor più grande per la tutela ambientale della qualità dell’aria regionale e per non disperdere l’enorme patrimonio di conoscenza ambientale accumulato; ove non si desse continuità a quanto negli ultimi dieci anni faticosamente costruito, ciò potrebbe far riaprire alla Calabria il pericolo di infrazioni europee. Ad oggi il processo di acquisizione dei dati sulla qualità dell’aria è il più automatizzato e quindi facilmente controllato dalle Istituzioni predisposte, e le inadempienze sono un’evenienza che Regione ed Arpacal non intendono certo permettersi. Per questo motivo nei prossimi giorni incontrerò l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio de Caprio, per concordare una strategia comune sulle prospettive e gli obiettivi futuri”.