Di recente si è chiuso il più innovativo progetto di risanamento finora sperimentato nella Terra dei fuochi. “Ecoremed” è un’iniziativa finanziata da fondi europei Life, con la partecipazione dell’Arpa Campania.
È il più innovativo progetto di risanamento messo in campo nella terra dei fuochi. Si chiama “Ecoremed” ed è un’iniziativa sperimentale finanziata da fondi europei del programma Life e coordinata dal Ciram, il centro di ricerca ambientale dell’università Federico II. In questa operazione, tra i partner più attivi dell’ateneo partenopeo c’è senz’altro Arpa Campania.
Salvatore Di Rosa, direttore dell’Unità operativa complessa Siti contaminati e bonifiche, struttura Arpac con sede a Pozzuoli, è stato co-responsabile (insieme alla professoressa Paola Adamo dell’ateneo federiciano) dell’azione C1 “Determinazione analitica della mobilità e la biodisponibilità di sostanze inquinanti nei campi pilota”.
A maggio, nel Complesso dei santi Marcellino e Festo, nel centro antico di Napoli, si è tenuta la conferenza di chiusura del progetto. Nel corso dell’evento, Di Rosa ha illustrato a una sala molto gremita il ruolo di supporto tecnico-operativo e analitico rivestito dall’Agenzia nei cinque anni in cui si è articolata questa iniziativa sperimentale.
Quattrocentosettanta i campioni prelevati e analizzati da Arpac, principalmente di suolo, rami e foglie. Gli inquinanti ricercati sono i Metalli potenzialmente tossici (Mpt), Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e gli Idrocarburi pesanti (C>12). I risultati saranno oggetto di pubblicazioni scientifiche a cura dei responsabili del progetto Ecoremed.
Il ruolo di Arpac nel progetto è stato centrale nello sviluppo della complessa metodologia di campionamento e nella caratterizzazione analitica ex ante, durante e post processo di biorisanamento a medio termine. Il progetto, infatti, ha sperimentato nell’Agro aversano tecniche di biorisanamento, con l’utilizzo di batteri per biodegradare gli idrocarburi presenti nel terreno, e di fitorisanamento, con il ricorso a diverse specie di piante per assorbire i metalli che contaminano il suolo.
Quattro i siti-pilota che hanno ospitato la sperimentazione, situati rispettivamente a Trentola-Ducenta, Teverola, Villa Literno (in provincia di Caserta) e Giugliano (in provincia di Napoli). Circa duecento le persone impegnate nel progetto, tra ricercatori, tecnici e funzionari delle strutture coinvolte: tra queste, anche l’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania. Ulteriori informazioni sul sito ecoremed.it