L’89% delle acque campane adibite alla balneazione è classificato come “eccellente”. Il monitoraggio condotto da Arpa Campania ha evidenziato alcuni “sforamenti”, quasi tutti rientrati con i prelievi supplementari.
A giugno è proseguito, come ogni anno, il monitoraggio delle acque di balneazione condotto da Arpa Campania a partire dal primo aprile. Si sono registrati alcuni sforamenti dei limiti di legge, per quanto riguarda i parametri microbiologici che determinano la balneabilità delle acque. È successo in diversi punti del litorale campano, anche in tratti di costa classificati come balneabili a fine 2017: tra questi, ce ne sono diversi in Costiera amalfitana, lungo la Penisola sorrentina e sulle isole, il che ha destato ovviamente attenzione mediatica. Nel corso del mese, però, quasi tutti i tratti di costa “fuori limite” sono rientrati nella normalità, nel senso che hanno dato esiti favorevoli i prelievi supplementari, previsti dalla normativa quando un prelievo di routine fornisce valori fuori norma.
Non sono invece rientrati sotto il limite di legge due tratti di costa in provincia di Salerno (“Marina di Cetara” e “Marina di Vietri – secondo tratto”) e uno a Napoli (“via Parthenope”, in pieno centro). Poi a Meta di Sorrento (“spiaggia del Purgatorio”) c’è una situazione mista, nel senso che l’ultimo prelievo nel punto routinario ha dato esiti favorevoli, ma continua a “sforare” il punto di studio. Come contempla la normativa, in questa area coesistono infatti un punto di monitoraggio ordinario, laddove si prevede il massimo afflusso di bagnanti, e un altro punto di studio situato in presenza di fattori di rischio, ad esempio lo sbocco di un canale. In questo caso Arpac suggerisce la revoca del divieto di balneazione per gran parte del tratto di costa, tranne che in prossimità del punto di studio, che resta non idoneo ai bagnanti.
In queste quattro acque di balneazione (così come in tutte le 330 acque di balneazione in cui è suddiviso il litorale campano) Arpac tornerà nelle prossime settimane per condurre nuovi prelievi, quindi la situazione è in corso di evoluzione. Il monitoraggio delle acque di balneazione produce una mole di dati notevole, che vengono pubblicati di continuo sul sito arpacampania.it e che rendono le acque di balneazione campane tra le più controllate in Europa. Prima dell’avvio della stagione balneare, sono valutate idonee alla balneazione le acque classificate di qualità sufficiente, buona o eccellente e le acque “di nuova classificazione”, mentre quelle classificate come scarse sono da vietare (deliberazione di Giunta regionale n. 779 del 12 dicembre 2017, pubblicata sul Burc n. 90 del 14 dicembre). L’89% delle acque campane adibite alla balneazione è risultato di qualità “eccellente” all’ultima classificazione, e quasi tutte queste acque hanno dato risultati rassicuranti anche dopo l’inizio del monitoraggio 2018.
Tuttavia, non solo a giugno, ma anche ad aprile e a maggio si sono verificati “sforamenti” in acque idonee alla balneazione, quasi tutti per fortuna rientrati con i prelievi supplementari. Alcuni dei sindaci dei comuni interessati da queste situazioni hanno sollevato la questione della tempestività nella trasmissione dei dati sulla qualità delle acque costiere. Con un comunicato diffuso a metà giugno, Arpac ha chiarito che normalmente occorrono due giorni, dal momento del prelievo, per elaborare i risultati delle analisi. In caso di esiti sfavorevoli, i comuni vengono immediatamente informati in modo che i sindaci possano adottare i provvedimenti opportuni: tra questi, i divieti temporanei di balneazione, di cui l’Agenzia suggerisce la revoca quando i prelievi supplementari forniscono risultati nella norma.
Lucio De Maio, Emma Lionetti, Luigi Mosca
Arpa Campania – l.mosca@arpacampania.it