Controlli sulle acque di balneazione in Campania: risultati giugno 2023

Completata la campagna di monitoraggio della qualità delle acque di balneazione in Campania, relativa al mese di giugno. Sono 402 i campioni di acqua di mare prelevati nel mese scorso, per un totale complessivo finora di 1200 controlli lungo l’intero litorale campano nel 2023. Tutti i prelievi sono stati eseguiti dai tecnici dei dipartimenti costieri dell’Arpa Campania a bordo di battelli operati dai conduttori nautici della UO Mare – Direzione Tecnica.

Per ciascun campione prelevato, i laboratori Arpac hanno analizzato i parametri batteriologici (Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali) ritenuti dall’Oms indicatori di inquinamento fecale e pertanto determinanti la balneabilità. Di seguito il quadro riepilogativo dei controlli fuori limite registrati nel corso del mese di giugno, che rappresentano il 3% dei campioni mensili prelevati lungo l’intero litorale campano.

Acque di balneazione in Campania con esiti analitici nel giugno 2023 non conformi ai valori normativi

Dalla disamina dei dati nella prima quindicina di giugno si evidenziano superamenti dei valori normativi in provincia di Salerno nei tratti denominati “Spiaggia Maiori 1” e “Spiaggia Maiori 2” nel comune omonimo e nell’acqua di balneazione “Torrione” del comune di Salerno. In virtù di questi risultati, sono stati emanati dai sindaci apposite ordinanze di divieto temporaneo alla balneazione, revocate nella seconda quindicina del mese a fronte della conformità analitica dei prelievi supplementari effettuati negli stessi punti e a distanza crescente da essi. In provincia di Napoli non conformi anche i dati nel Punto di Studio dell’acqua “La Pietra” afferente al comune di Pozzuoli.

A fine mese, oltre al superamento a “Lido di Licola” di Pozzuoli, acqua già interdetta alla balneazione dall’inizio della stagione perché di qualità scarsa (caso analogo nel tratto “Spineta Nuova” a Battipaglia, in questo caso il prelievo è del 14 giugno) sono stati riscontrati lo scorso 27 giugno valori microbiologici eccedenti i limiti a Napoli nel tratto di mare denominato “Via Partenope”, attualmente in divieto di balneazione con apposito provvedimento sindacale, e in un punto a circa 250 metri dalla costa compreso nell’acqua “Marechiaro”, campionato per la presenza di strie di schiuma di discreta estensione.

Per dette acque sono state attivate indagini congiunte tra gli enti preposti per conoscere e rimuovere le cause che hanno determinato l’inquinamento, in quanto la criticità riscontrata non sarebbe da addurre a fattori meteorologici, considerata l’assenza di eventi piovosi nei giorni precedenti i controlli in mare, ma a fatti accidentali non bene identificati. In entrambi i tratti di mare Arpac ha effettuato nuovi controlli domenica 2 luglio per verificare la cessazione o la persistenza del fenomeno inquinante che ha interessato il Comune di Napoli. Degli esiti, pubblicati sui portali istituzionali appena disponibili, sarà tempestivamente informata l’amministrazione comunale in caso di valori ottimali per la revoca del divieto.

Oltre ai controlli previsti dal cronoprogramma regionale, su tutta la costa campana sono stati intensificati sopralluoghi e campionamenti nei tratti considerati a maggior rischio di inquinamento. Sono stati pertanto effettuati prelievi, detti “emergenziali”, lungo il tratto da Castellammare a Vico Equense e in altri punti della penisola sorrentina, inoltre nei comuni di Mondragone e di Napoli a seguito di avvistamenti e segnalazioni di strie e chiazze di schiuma bianca e/o marrone. Tutti i controlli emergenziali (tranne il caso già citato di Marechiaro) non hanno fatto rilevare superamenti dei valori microbiologici e pertanto tali anomalie non possono essere messe in relazione a probabili sversamenti di liquami a mare. Su questi ultimi campionamenti sono comunque state effettuate anche indagini analitiche di dettaglio per la ricerca di idrocarburi, fitoplancton e tensioattivi, indicatori di contaminazione da scarichi civili.

Con molta probabilità, le anomalie in mare riscontrate sono dovute a una serie di fattori che hanno favorito la fioritura di microalghe, tipo l’apporto di sostanze nutritive finite in mare dopo le piogge di inizio mese che hanno attivato in determinati punti gli sfioratori di piena, e l’assenza di vento di questi giorni che impedendo il rimescolamento delle correnti accentua l’evidenza di una colorazione anomala del mare striato da chiazze di schiuma.

Ovviamente, in assenza di procedure di risanamento, persistono i divieti permanenti nelle acque dichiarate di qualità scarsa nell’ultima delibera regionale e nei tratti costieri non destinati all’attività balneare (porti e approdi, servitù militari, canali e foci di fiumi non risanabili e aree marino protette).
Per la consultazione di tutti i dati del monitoraggio ci si può avvalere dei portali istituzionali dedicati alla balneazione di Arpac e del Ministero della Salute, dell’app “Arpac Balneazione” e per i casi più di rilievo del profilo Twitter di Arpac. Relativamente ad informazioni più di dettaglio di ogni singola acqua di balneazione è a disposizione sul portale Balneazione di Arpac la “scheda profilo”, prevista dalla norma e sulla home page del web di Arpac un focus dedicato alla georeferenziazione degli scarichi costieri in continuo aggiornamento.

Emma Lionetti – Arpa Campania
e.lionetti@arpacampania.it

Le immagini riportate in questo articolo sono di repertorio

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