Con l’installazione di dieci erogatori d’acqua microfiltrata, allacciati alla rete pubblica ed ubicati presso la sede generale e le rispettive sedi provinciali, l’Arpac ha concretizzato la sua adesione a “Plastic Free Challenge”, la campagna di sensibilizzazione per ridurre l’utilizzo della plastica monouso, promossa da Sergio Costa durante il suo ministero. L’ Agenzia campana è tra le prime amministrazioni pubbliche della regione ad essersi dotata di erogatori collegati alla rete idrica, grazie ad essi è possibile l’approvvigionamento di acqua microfiltrata a temperatura ambiente, liscia e gassata refrigerata, senza alcun costo per i fruitori. Secondo una stima l’utilizzo di questo sistema equivale ad un taglio delle emissioni di CO2 di circa 20.000 kg ed oltre 150.000 bottiglie di plastica risparmiate all’anno, senza considerare l’azzeramento dell’impatto dei trasporti e le relative emissioni di anidride carbonica. Dopo l’installazione degli erogatori automatici d’acqua, l’Agenzia intende predisporre altre azioni plastic free, come incentivare tra i dipendenti l’utilizzo di una borraccia personale per consumare bevande calde e fredde ed evitare l’impiego della plastica monouso durante eventi aziendali e/o riunioni.
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A parte che Co2 non si scrive così, non mi pare una buona notizia: a che serve “microfiltrare” acqua proveniente dall’erogazione pubblica? Non dovrebbe già essere idonea al consumo umano senza ulteriori “alterazioni”. Da anni cerchiamo di valorizzare l’attività dei laboratori SNPA che, in molti casi, certificano la qualità del prodotto erogato, spesso a supporto delle ASL. L’azzeramento del consumo di plastica lo si può fare molto più semplicemente bevendo acqua dal rubinetto, usando un contenitore riutilizzabile.
Pubblichiamo la risposta dell’Arpa Campania.
Grazie per il refuso che ci ha segnalato. È ovvio che questa iniziativa non intende mettere in discussione il sistema dei controlli, a cui del resto contribuisce la stessa Arpa Campania, tuttavia, soprattutto con riferimento a quegli ambiti in cui può essere meno spiccata la propensione a innovare i modelli di comportamento rinunciando agli imballaggi (pensiamo in particolare ai luoghi di lavoro), offrire un ulteriore trattamento rispetto a quello comunque garantito dal sistema idrico può rivelarsi un fattore incisivo di cambiamento degli atteggiamenti prevalenti, suscitando reazioni collaborative da parte dei consumatori, e quindi ridurre efficacemente il consumo di plastica.