L’obiettivo è collegare, entro il 2022, aeroporto, porto e stazione centrale con un’unica linea di metro. De Magistris: «in metropolitana avremo attese di 4 minuti, svolta per la sostenibilità».
Napoli città della mobilità sostenibile. Il sindaco Luigi de Magistris ha spiegato le principali linee d’azione del comune partenopeo in tema di trasporti e logistica. «Tra un anno, al massimo un anno e mezzo», ha detto il primo cittadino, «saranno pronti i nuovi treni della metropolitana, attualmente in lavorazione. I tempi di attesa della Linea 1 scenderanno a quattro-cinque minuti: una svolta importante per l’intero sistema di trasporti urbani, che consentirà di ampliare ztl e isole pedonali». De Magistris è intervenuto nell’ambito di un convegno organizzato dall’Autorità portuale del Tirreno Centrale e dalla rivista online Gente e territorio lo scorso 22 giugno alla Stazione marittima di Napoli: “il sistema campano della mobilità tra integrazione, sviluppo e sostenibilità”, il titolo dell’incontro.
Nei piani del Comune, entro il 2022 la metropolitana dovrebbe arrivare a Capodichino: porto, stazione centrale e aeroporto saranno così collegate da un’unica linea su ferro, un unicum a livello europeo. «Per il futuro della mobilità a Napoli si aprono oggi prospettive incredibili», ha sottolineato de Magistris. Complice anche l’exploit del turismo, i passeggeri in transito a Capodichino sono in aumento vertiginoso (+26,6 percento nel 2017 rispetto all’anno precedente, il dato nazionale è +6,6 percento). Armando Brunini, amministratore delegato di Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, ha osservato che ormai il city airport ha bisogno di un «fratello minore».
Difatti, tra pochi mesi, lo scalo di Pontecagnano, alle porte di Salerno, otterrà la concessione ministeriale per il traffico commerciale, e nel 2030 dovrebbe accogliere più di due milioni di passeggeri. «Ciò nonostante, secondo le attuali previsioni, Capodichino continuerà a crescere», ha spiegato il manager. Diminuiranno però drasticamente gli atterraggi “lato città”, con ripercussioni positive su inquinamento acustico e qualità dell’aria. «A breve – ha detto Brunini – gli atterraggi con la bellissima vista sulla città diventeranno molo rari dopo le diciannove, consentiti solo per condizioni di vento particolarmente sfavorevoli alla consueta rotta di atterraggio sull’entroterra». Inoltre, Gesac sta studiando sconti sulle tariffe aeroportuali, per quelle compagnie che adeguano la flotta ai migliori standard di emissioni.
Lo sforzo di Capodichino per la sostenibilità ambientale è stato riconosciuto da Stefano Sorvino, commissario straordinario dell’Arpa Campania, il quale però ha ricordato come porto e aeroporto, situati entrambi nel cuore dell’area metropolitana, rappresentino una fonte non trascurabile di inquinanti atmosferici. «Non va tuttavia assolto il traffico veicolare», ha aggiunto Sorvino, «anche perché il parco auto a Napoli è particolarmente vetusto. E poi pesano i riscaldamenti domestici e alcuni esercizi tipici di questa terra, come le pizzerie: una tradizione preziosa, ma i forni a legna, ahimè, sono fonte di particolato. Per avere una stima più precisa sulle sorgenti di emissione, dovremmo attrezzarci per la speciazione del particolato».
Lo sviluppo del sistema di trasporti implica anche la realizzazione di lavori pubblici e grandi opere. Il presidente dell’Autorità portuale del Tirreno centrale, Pietro Spirito, ha ricordato che da venticinque anni il porto di Napoli non viene dragato, operazione essenziale per ampliare le potenzialità dello scalo marittimo. «Non vogliamo accogliere mega-navi», ha detto Spirito, «però, per realizzare economie di scala, dobbiamo attrezzarci per accogliere navi da 10-15mila Teu: gli armatori sono alla ricerca di porti multifunzione, e Napoli e Salerno possono giocare la loro parte».
Realizzare le opere significa anche affrontare, spesso, grovigli burocratici: quanto possono pesare le valutazioni ambientali, in termini di ritardi e complicazioni procedurali? «L’agenzia ambientale», ha sottolineato Sorvino, «concorre alle istruttorie tecniche in sede di valutazione di impatto ambientale o valutazione ambientale strategica. Fare valutazioni serie, rigorose, prima dell’avvio di un progetto, scongiura che poi magari i lavori siano fermati in corso d’opera dalla magistratura, con ritardi infiniti. Il ruolo dell’Arpa va rispettato, perché può essere fattore di sviluppo, piuttosto che un ostacolo. L’agenzia ambientale – ha concluso l’avvocato alla guida dell’Arpac – deve uscire dal recinto in cui è stata confinata a fare sistema con gli altri soggetti istituzionali».
Tra gli altri partecipanti, Salvo Nastasi, commissario di governo per la bonifica di Bagnoli, che ha parlato di «grandiosità» per il progetto di risanamento e riqualificazione del sito contaminato alla periferia di Napoli. Tra gli obiettivi, il ripristino della balneabilità del tratto di mare su cui affaccia l’ex complesso siderurgico. «I sedimenti contaminati di Bagnoli», ha spiegato Nastasi, «verranno conferiti nel porto di Napoli, con vantaggi in termini di costi, tempi e sostenibilità ambientale». Nell’ex sito contaminato dovrà arrivare la metropolitana, altrimenti, ha osservato de Magistris, «il progetto Bagnoli rischia di restare incompiuto». Alberto Carotenuto, rettore della Parthenope, ha posto il problema di una formazione universitaria funzionale allo sviluppo del sistema logistico. «All’interno del porto», ha detto il rettore dell’ex Istituto navale, «si potrebbe collocare un’Accademia navale, con corsi focalizzati su logistica e informatica di servizi».
Luigi Mosca – Arpa Campania
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