L’inquinamento atmosferico non dipende solo da fattori antropici, come il traffico veicolare, ma anche da eventi naturali. È il caso dell’evento sahariano che ha interessato l’Italia a fine giugno. Il report – pubblicato dal Centro Meteorologico e Climatologico della Campania (Cemec), la struttura operativa dell′Arpa Campania dedicata a svolgere previsioni e valutazioni meteo ambientali – mostra come questa regione sia stata largamente coinvolta da un fenomeno di consistenza straordinaria.
Grazie al recente potenziamento della rete di monitoraggio della qualità dell’aria e degli strumenti di misura e modellistica meteo ambientale, l’Arpa Campania segue tempestivamente, ora per ora, gli eventi, sia naturali che antropici, che comportano una significativa alterazione delle condizioni ambientali. L’afflusso eccezionale di polveri naturali ha determinato un incremento delle concentrazioni di PM10, difatti gli strumenti di misura del PM10 al suolo gestiti dall’Agenzia hanno misurato nel corso dell’intervallo 18 giugno – 1 luglio 2021 concentrazioni orarie in aumento, favorite dalle condizioni meteoclimatiche e caratterizzate dalla presenza di un persistente vento dai quadranti sudoccidentali.
Dai dati complessivi misurati e pubblicati sul bollettino quotidiano qualità aria sono stati osservati ovunque superamenti del limite di 50 microgrammi/metro cubo e si è assistito ad un notevole incremento delle concentrazioni orarie in tutta la regione ascrivibile all’apporto di polveri naturali. Le situazioni più critiche sono state rilevate a Napoli e nella conca acerrano-nolana con picco orario massimo di PM10 raggiunto nel capoluogo di 246,5 microgrammi/metro cubo lo scorso 22 giugno, mentre le concentrazioni di PM2.5, legate esclusivamente ai fenomeni di combustione, sono rimaste di gran lunga inferiori alla media per l’intera giornata.
Il Report sull’evento sahariano – che riporta le previsioni modellistiche, i dati misurati al suolo e in quota, le immagini da satellite a testimonianza dell’evento – è disponibile a questo link.
In foto un’immagine del satellite MODIS TERRA – NASA