A fine settembre si sono concluse, per quest’anno, le attività istituzionali dell’Arpa Campania finalizzate alla tutela della salubrità delle acque di balneazione. Sono stati effettuati complessivamente 2427 prelievi in mare, di cui 1970 ordinari e i restanti, straordinari, eseguiti per avvistamenti o segnalazioni di anomalie. In alcune località sono stati riscontrati superamenti temporanei dei limiti dei parametri microbiologici, tuttavia le colorazioni anomale osservate in alcuni tratti di mare sono da collegare piuttosto a fioriture di microalghe non tossiche. In complesso è confermato il quadro complessivamente positivo della qualità delle acque di balneazione campane. A seguire una sintesi dei risultati.
La stagione balneare 2023 (grafico 1) si è aperta con il 97% di costa balneabile a fronte del 3% non balneabile perché risultata di qualità “scarsa” al calcolo statistico effettuato sulla base delle precedenti quattro stagioni balneari (dal 2019 al 2022), confermando dunque i risultati positivi ormai consolidati negli ultimi anni. Dal computo è esclusa la quota di litorale non destinata alla balneazione, circa 60 chilometri, per la presenza di porti e approdi, strutture militari, aree marine protette, nonché canali e foci di fiumi non risanabili.
Ad avvio stagione balneare 2023 la distribuzione della costa campana nelle diverse classi di qualità (in termini di percentuale di chilometri di costa adibita all’uso balneare) è risultata come mostrato nel grafico 2: 88% di costa eccellente, 7% buona, 2% sufficiente e ancora 3% scarsa. Si è registrato un aumento della percentuale di acque in qualità “buona” rispetto all’annualità precedente, con una contestuale diminuzione delle acque in qualità “sufficiente”.
Tutte le acque classificate “non scarse” (eccellenti, buone e sufficienti) hanno aperto la stagione come “balneabili” tuttavia, pur mantenendo costante l’attribuzione di classe per tutta la stagione, alcune di esse sono state soggette a divieti temporanei di balneazione in esito alle non conformità registrate nel corso dei controlli effettuati tra il 1 aprile e il 30 settembre. Le acque risultate di qualità “scarsa” sono al contrario tutte “non balneabili” per l’intera annualità, tranne quelle per cui sono state intraprese dai Comuni azioni di risanamento, in linea con i principi sanciti dalla legge per il ripristino della balneabilità, confermate poi dalla conformità dei prelievi stagionali.
È stato questo il caso del tratto “Ex Bagno Rex” a Portici (Napoli), dove a inizio giugno è stato possibile revocare il divieto di balneazione per il verificarsi delle condizioni di legge sul ripristino della balneabilità delle acque “scarse”. Per detta acqua, attualmente non più scarsa ma definita di “nuova classificazione” e a tutti gli effetti balneabile, si dovrà attendere il raggiungimento del set di dati utile, previsto dalla norma, per l’attribuzione della specifica classe di qualità.
La serie dei controlli 2023 di Arpac ha avuto inizio ad aprile ed è proseguita fino a fine settembre, con campionamenti su tutte le 328 acque di balneazione in cui è suddiviso il litorale della Campania. Per ciascun campione prelevato, Arpac ha effettuato le determinazioni analitiche per la ricerca degli indicatori di contaminazione fecale determinanti la balneabilità (Escherichia coli ed Enterococchi fecali).
Il 3,5% dei prelievi effettuati nel 2023 è risultato non conforme ai limiti di legge. Alcuni dei prelievi con esiti non conformi sono avvenuti in aree già interdette alla balneazione perché di qualità scarsa (Tabella 1) e altri in acque dichiarate balneabili ad inizio stagione balneare (Tabella 2). Per i secondi sono state attivate, in sinergia con gli enti competenti, azioni per individuare le probabili cause di inquinamento e pianificati prelievi aggiuntivi nel punto con valori eccedenti i limiti normativi e in punti a distanza crescente per delimitare l’estensione del fenomeno.
Le cause dei superamenti registrati sono, in parte, da collegare agli eventi piovosi verificatisi nei giorni precedenti i campionamenti, che hanno messo in crisi il sistema fognario di tipo misto e determinato occasionalmente sversamenti inquinanti in mare, e in parte a malfunzionamenti degli impianti. I superamenti hanno determinato divieti di balneazione temporanei, revocati poi in base agli esiti dei prelievi successivi. In virtù dei prelievi supplementari è stato possibile revocare tutti i divieti temporanei emessi nei casi di non conformità.
Di particolare rilievo mediatico è stata la colorazione anomala del Golfo di Napoli osservata in alcuni giorni di luglio (cosiddetto “mare verde”). Fenomeni simili sono stati registrati anche nel mese di agosto, in special modo lungo le coste cilentane. In questi tratti di mare sono stati intensificati sopralluoghi e campionamenti mirati, oltre alla ricerca dei parametri microbiologici indicatori di contaminazione fecale, anche a rilevare presenza di fioriture algali potenzialmente tossiche. Sono state svolte misure sulla colonna d’acqua per definire il profilo chimico-fisico e lo stato trofico del tratto di mare in questione nonché analisi satellitari per rilevare l’evoluzione cromatica delle acque.
Dal punto di vista microbiologico non sono stati rilevati valori eccedenti i limiti normativi ed è stata invece riscontrata la proliferazione algale di specie fitoplanctoniche non tossiche appartenente al phylum Chlorophyta – classe Prasinophyceae, che ha compromesso la trasparenza delle acque. Il riscaldamento dello strato superficiale del mare, l’intensità luminosa, la disponibilità di nutrienti e la scarsa circolazione dell’acqua hanno influenzato la qualità delle acque favorendo la crescita e la proliferazione microalgale. Il flusso d’aria molto calda non accompagnata da eventi piovosi ha generato inoltre un ristagno delle brezze pomeridiane lungo le coste che normalmente portano aria più gradevole e contengono l’innalzamento delle temperature.
Le cause delle diverse anomalie riscontrate in mare possono quindi essere ricollegabili alla stabilizzazione di un regime di alta pressione che, rallentando il normale ricambio delle acque, ne ha impedito il rinnovamento. Tali situazioni si sono rivelate sicuramente molto sgradevoli dal punto di vista estetico-paesaggistico compromettendo in alcuni casi i fini ricreativi della nostra risorsa mare, tuttavia non sono state particolarmente determinanti ai fini della balneabilità rispetto a quanto osservato nelle precedenti stagioni balneari.
Emma Lionetti – Arpa Campania
e.lionetti@arpacampania.it