La Capitaneria di porto di Napoli ha liberato il Parco archeologico sommerso di Baia dalla motonave incagliata. Monitoraggio ambientale affidato ad Arpa Campania, nessuna criticità riscontrata.
Da più di trenta anni il relitto della motonave “Sassari Primo”, incagliatasi nella rada del porto di Baia nel 1985, deturpava uno dei paesaggi più suggestivi dell’area flegrea. Da pochi giorni è stato finalmente rimosso, grazie a un’operazione coordinata dalla Capitaneria di porto di Napoli. Arpa Campania ha collaborato all’intervento, con un’attività di monitoraggio ambientale condotta prima, durante e dopo la rimozione del relitto.
I risultati dell’operazione sono stati illustrati dal contrammiraglio Arturo Faraone, comandante della Capitaneria di porto di Napoli, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta stamattina (22 ottobre) nell’Ufficio marittimo di Baia della Guardia costiera. «Per trentatre anni la Sassari Primo è rimasta bloccata in pastoie amministrative», ha spiegato il contrammiraglio Faraone, nella veste anche di commissario delegato dal Governo per l’intervento di rimozione del relitto. «Oggi finalmente siamo riusciti a liberare il Parco archeologico sommerso di Baia da questa ingombrante presenza. L’iniziativa è andata anche meglio delle aspettative: abbiamo impiegato quattordici giorni lavorativi per rimuovere il relitto, con una spesa di circa 140mila euro».
«Arpac non ha rilevato criticità relative all’impatto ambientale dell’operazione», ha detto il commissario straordinario dell’Agenzia, Stefano Sorvino. «L’intervento si è svolto felicemente e in tempi rapidi, grazie anche alla sinergia tra istituzioni, nonostante le preoccupazioni legate al contesto molto delicato, contraddistinto da un importante patrimonio archeologico e da eccezionali valenze paesaggistiche. Il monitoraggio ambientale è tuttavia ancora in corso».
Tra i presenti, la dirigente dell’Unità operativa Suolo, rifiuti e siti contaminati del dipartimento di Napoli, Fabrizia Giovinazzi, che ha spiegato ai presenti l’attività di monitoraggio condotta dall’Agenzia. Le verifiche “ex ante” hanno riguardato vari parametri, tra cui la presenza di metalli, idrocarburi e fibre di amianto nell’ambiente circostante il relitto. Nel corso dell’operazione, ci si è assicurati che i parametri restassero costanti. Ora, a rimozione conclusa, andrà verificato se i sedimenti su cui poggiava il relitto mostrano alterazioni rispetto a quelli immediatamente vicini. In caso positivo, andranno asportati con particolare cura.
Hanno partecipato all’evento esponenti di altre istituzioni coinvolte nell’operazione, la cui direzione esecutiva è stata affidata al comandante dell’Ufficio locale marittimo di Baia Antonio Visone. Tra questi, i docenti della Parthenope Giorgio Budillon, direttore del Dipartimento di Scienze e tecnologie, Antonio Scamardella, ordinario di Ingegneria industriale, Giovanni Russo, ordinario di Ecologia marina (questi ultimi hanno entrambi collaborato alle operazioni di rimozione della Costa Concordia dalle acque dell’Isola del Giglio).
Luigi Mosca
Arpa Campania – l.mosca@arpacampania.it