A partire dagli ultimi mesi del 2017 il governo italiano ha avviato la sperimentazione della nuova tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione. Sono state scelte cinque città pilota, ovvero Milano, Matera, Bari, L’Aquila e Prato. Nessuna città campana era inclusa nello studio, tuttavia dal 2019 Napoli è stata una delle città da cui i gestori di telefonia mobile sono partiti per la realizzazione di infrastrutture 5G e progressivamente si sta assistendo all’ammodernamento degli impianti già esistenti con l’aggiunta della nuova tecnologia.
Se, da una parte, per la Commissione europea il 5G è considerato una tecnologia strategica e un’opportunità di sviluppo, in contrapposizione i cittadini spesso si dichiarano preoccupati per i possibili effetti sulla salute e si assiste alla nascita di comitati che manifestano contro la realizzazione dei nuovi impianti.
I timori
Una parte della popolazione è notevolmente preoccupata per i possibili rischi per la salute associabili a sorgenti fisse, come le antenne di telefonia mobile e i WiFi (soprattutto nelle scuole). Le preoccupazioni crescono enormemente quando vengono installate antenne 5G; preoccupazioni, spesso, significativamente amplificate dalle informazioni reperibili in rete e sui social, che illustrano, quasi sempre senza citare la bibliografia scientifica, possibili connessioni tra campi elettromagnetici e alcune forme di tumore, in particolare le leucemie, o anche semplicemente emicranie, difficoltà di concentrazione o insonnia. Addirittura, c’è chi ha scritto di possibili correlazioni tra Covid-19 e il 5G, inducendo molte amministrazioni a divulgare comunicazioni ad hoc per impedire il diffondersi delle fake news.
L’Unità operativa Agenti Fisici del Dipartimento Arpac di Napoli riceve con significativa frequenza segnalazioni da parte di cittadini preoccupati per impianti di telefonia mobile ubicati su edifici o strutture vicini alle loro abitazioni, che ipotizzano una connessione tra i propri disturbi di salute e i campi elettromagnetici. Spesso richiedono la revoca delle autorizzazioni e la rimozione degli impianti.
Le competenze
Il rilascio dell’autorizzazione è di competenza dell’amministrazione comunale. Nell’ambito del procedimento l’Agenzia esprime un parere di compatibilità elettromagnetica. La valutazione del progetto si effettua con l’ausilio di uno specifico software di simulazione che, a seguito dell’inserimento in input dei dati progettuali dell’impianto (tra cui la tipologia di tecnologia adoperata, le potenze al centro antenna, altezze e direzionalità), fornisce la distribuzione nello spazio del campo elettromagnetico generato e il suo impatto sul territorio circostante. Qualora lo studio progettuale presentato dal gestore non consenta il rispetto dei valori di riferimento definiti dalla normativa vigente, l’Agenzia esprime parere negativo alla realizzazione del progetto. Il Comune territorialmente competente effettua la propria istruttoria, acquisisce il parere Arpac, e conclude il procedimento, concedendo o negando l’autorizzazione alla realizzazione o modifica dell’impianto.
I progetti sul territorio
Nel 2019 il Dipartimento di Napoli ha ricevuto complessivamente 528 istanze e comunicazioni per le stazioni radio base. Sono state concluse 322 istruttorie, con l’emissione di 181 pareri favorevoli, 86 pareri negativi, e 55 comunicazioni di improcedibilità.
Nei primi dieci mesi del 2020 sono state già ricevute 563 istanze. Un sensibile incremento, se proiettato sull’intero anno, che evidenzia l’accelerazione impressa allo sviluppo delle reti in questo periodo di pandemia. Sono state concluse 274 istruttorie, con 94 pareri favorevoli, 158 pareri negativi e 22 comunicazioni di improcedibilità. L’aumento del numero di pareri negativi rilasciati per l’anno in corso rispetto al precedente è imputabile alla progressiva saturazione dello “spazio elettromagnetico” in aree urbane con una peculiare orografia e una alta densità abitativa.
Complessivamente, fino al 18 ottobre 2020, l’Unità operativa ha ricevuto istanze per 161 impianti con tecnologia 5G, di cui 140 nell’anno in corso. Per 138 progetti l’iter di verifica si è concluso con esito favorevole.
Nelle rappresentazioni grafiche si riportano la distribuzione degli impianti 5G della intera provincia di Napoli, differenziati per comune e per quartiere della città di Napoli. Si tratta di impianti non necessariamente già operativi, ma su cui l’Agenzia ha espresso un parere positivo in fase di istruttoria per l’autorizzazione.
I controlli
Dopo l’attivazione o modifica di un impianto, Arpa Campania effettua rilievi strumentali per accertare il rispetto dei limiti normativi presso gli edifici interessati dai campi elettromagnetici generati dalle stazioni radio base, con particolare attenzione per i casi evidenziati come potenzialmente critici in fase istruttoria. Anche in considerazione delle limitate risorse umane disponibili, la programmazione degli interventi di misura viene effettuata sulla base di criteri di priorità che prendono in considerazione i valori di campo stimati attraverso il software di simulazione e la distribuzione della popolazione potenzialmente esposta. In ogni caso Arpa Campania può intervenire anche su richieste di amministrazioni comunali e altri Enti, in accordo a quanto previsto dalle normative di riferimento e a convenzioni stipulate con l’Agenzia.
L’Unità operativa Agenti Fisici sta effettuando un attento lavoro di controllo ispettivo sull’intero territorio di propria competenza. In particolare, nella città di Napoli, sta effettuando sopralluoghi, in collaborazione con la Polizia municipale – Nucleo ambientale, mirati a verificare i siti interessati dalle recenti installazioni o modifiche e potenzialmente critici. Nell’anno in corso sono stati effettuati 42 sopralluoghi. In cinque casi sono stati rilevati possibili superamenti del valore limite di 6 V/m per luoghi a permanenza superiore alle quattro ore giornaliere. Informato dall’Agenzia, l’ufficio preposto del Comune ha avviato le attività di competenza con le comunicazioni ai gestori per il rientro nei limiti (procedura di riduzione a conformità). Dopo le riconfigurazioni degli impianti comunicate dai gestori, l’Agenzia ha monitorato i livelli di campo elettromagnetico con nuovi sopralluoghi. In quattro casi è stata già verificata la risoluzione della criticità, senza dover procedere alle fasi successive previste dalla “procedura di riduzione a conformità” dettata dalla normativa. Per il quinto sono in corso ulteriori verifiche.
La strumentazione
In considerazione delle evoluzioni della telefonia mobile e delle crescenti necessità di incrementare i controlli sul territorio si è reso necessario potenziare la dotazione strumentale dell’Agenzia con l’acquisto di nuova strumentazione di campo, acquistata grazie ai fondi concessi alla Regione Campania dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare per l’implementazione del cosiddetto “Programma CEM”, istituito con decreto direttoriale (MATTM) n. Rin-Dec 72/2016. Nello scorso mese di settembre è stata consegnata la nuova strumentazione per l’espletamento dell’attività istituzionale di monitoraggio e controllo dei campi elettromagnetici, in particolare i rilevatori a larga banda in grado di misurare, con il corredo di sonde opportune, i campi elettromagnetici a bassa frequenza e ad alta frequenza (fino ad un valore di 40 GHz) e, dunque, in grado di coprire le nuove bande di interesse per la tecnologia 5G.
I fondi ricevuti hanno, inoltre, consentito l’acquisto di strumentazione in grado di effettuare misure RF (radio-frequenza) selettive (ovvero a banda stretta) al fine di consentire la quantificazione dei contributi al campo elettromagnetico relativo ai singoli gestori dei servizi, in particolare nei casi di criticità e/o superamento dei limiti di esposizione e dei valori di attenzione, così da individuare i principali responsabili di eventuali superamenti e porre in essere la necessaria procedura di riduzione a conformità.
Infine, sono state distribuite ai cinque dipartimenti provinciali le centraline di monitoraggio dei Cem rilocabili per effettuare campagne di monitoraggio in continuo, generalmente da una settimana ad un mese. Queste ultime rappresenteranno un valido supporto alle attività dei tecnici Arpac nelle seguenti indagini: analisi della variabilità temporale dei fenomeni emissivi, dovuta ad esempio alle variazioni di traffico sulla rete di telefonia mobile; rilevazione di eventuali superamenti delle soglie normative in siti potenzialmente critici (classificati tali in base a valutazioni modellistiche previsionali o per note criticità in virtù di precedenti rilievi strumentali); pianificazione di campagne di misura di approfondimento; verifica dell’efficacia, nel medio-lungo termine, di eventuali procedure di riduzione a conformità in siti presso cui siano stati accertati superamenti dei limiti normativi.
a cura di Emanuela Buonocore, Valeria Di Renzo, Guido Guerrasio, Agostino Migliaccio, Giovanni Paribello, Giovanni Improta (Arpa Campania, Dipartimento di Napoli, UO Agenti fisici)
hanno collaborato Giovanni Avolio, Olga Esposito, Cesare Mauriello, Eduardo Uliano (Arpac Multiservizi) e Luigi Mosca (Arpa Campania, Servizio Comunicazione)