Arpa FVG avvia la ricerca di microrganismi resistenti agli antibiotici nelle acque reflue urbane regionali

Arpa FVG ha avviato un programma di controllo delle acque reflue urbane, campionate sia in entrata che in uscita degli impianti di depurazione, con l’obiettivo di monitorare la problematica dell’antibiotico-resistenza.

La resistenza agli antibiotici è un processo di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o crescere anche in presenza di antimicrobici a concentrazioni che sono normalmente in grado di inibirli o ucciderli.

Le infezioni da microrganismi antibiotico-resistenti sono quindi molto più difficili da curare, perché non rispondono ai farmaci normalmente utilizzati, aumentando il rischio di complicazioni e di morte, incrementando anche il rischio di sviluppo di possibili focolai epidemici e in definitiva i costi dell’assistenza sanitaria.

Si tratta di una problematica che per essere affrontata richiede un approccio multidisciplinare, e il nuovo Piano Nazionale per l’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025 riconosce in questo contesto l’importanza dei monitoraggi ambientali.

L’immissione nell’ambiente di reflui umani e zootecnici può essere infatti un canale di diffusione diretta di specie microbiche resistenti, o di materiale genetico portatore della resistenza, nonché degli stessi antibiotici, che possono esercitare una pressione selettiva nella diffusione di questi microrganismi.

La nuova Direttiva sul trattamento e il riutilizzo delle acque reflue urbane, recentemente approvata dal Parlamento Europeo, oltre a stabilire un cronoprogramma per migliorare l’efficienza degli impianti di depurazione, anche in funzione della loro dimensione, imporrà il monitoraggio di diversi parametri di salute pubblica, tra cui sostanze chimiche, patogeni emergenti e l’antibiotico-resistenza.

Dovrà inoltre essere verificata la percentuale di abbattimento che i depuratori devono garantire per diversi parametri (come per esempio farmaci e antibiotici), valutando la differenza della loro concentrazione nelle acque tra l’entrata e l’uscita dall’impianto.

Il Laboratorio di Arpa FVG ha sempre affrontato con un approccio proattivo la continua evoluzione normativa del settore ambientale.

Nell’ambito della microbiologia dispone ormai di un ampio ventaglio analitico, che spazia dai metodi microbiologici tradizionali, all’identificazione dei microrganismi mediante MALDI-TOF (Matrix Assisted Laser Desorption/Ionization Time Of Flight), alla tecnica di biologica molecolare PCR (Polymerase Chain Reaction), alla nuova tecnologia NGS (Next Generation Sequencing), mentre nel settore chimico ha già accumulato una certa esperienza nella ricerca dei farmaci e dei loro metaboliti, eseguita con la tecnica LC-HRMS.

Il monitoraggio delle acque reflue urbane implementato da Arpa FVG utilizza quindi metodi già testati sul campo, mentre ne vengono messi a punto di nuovi, come per esempio quelli per la ricerca di virus nelle acque, per essere in grado di rispondere prontamente ai dettami delle leggi ambientali di prossima introduzione.

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