Il Laboratorio di Arpa FVG sta ottimizzando un nuovo metodo per la ricerca delle microplastiche nelle acque, utilizzando la tecnica SP-ICP-MS/MS (Single Particle – Inductively Coupled Plasma – Tandem Mass Spectrometry).

Il personale della struttura ha già accumulato una notevole esperienza nella ricerca delle nanoparticelle inorganiche nelle acque, utilizzando la tecnica SP-ICP-MS (Single Particle – Inductively Coupled Plasma – Mass Spectrometry), e il nuovo metodo è una evoluzione di quello messo a punto da Arpa FVG nell’ambito dello studio scientifico dal titolo Study of Nanoparticles in a Few Rivers in North East Italy using SP-ICP-MS, pubblicato sulla rivista internazionale Nano Research & Applications.

A differenza delle nanoparticelle inorganiche, la cui grandezza è compresa tra 1 e 100 nm, le microplastiche hanno dimensioni più grandi, comprese tra 330 nm e 5mm, e sono costituite da materiale organico che è, per definizione, ricco di carbonio.

Questo elemento non si analizza molto bene con le tecniche ICP-MS, originariamente sviluppate per la ricerca di sostanze inorganiche, a causa del suo elevato potenziale di ionizzazione e della sua presenza ubiquitaria, che si traduce in un elevato valore di fondo.

Per ovviare a questi problemi, il Laboratorio di Arpa FVG ha dovuto quindi ottimizzare la tecnica, cercando il carbonio-13, un isotopo non radioattivo molto meno abbondante rispetto al carbonio-14, ponendo particolare attenzione all’inquinamento dei campioni e aumentando l’efficienza della loro nebulizzazione.

I risultati ottenuti sono molto promettenti, tanto che si può pensare di proporre il nuovo metodo per l’analisi di screening delle microplastiche nelle acque, visti i tempi molto rapidi per fornire una risposta, dell’ordine di qualche minuto per campione, e la capacità di fornire informazioni sia sul numero di particelle rilevate che sulle loro dimensioni.

A differenza dei metodi tradizionali per la ricerca di questi inquinanti, in pratica limitati all’indagine microscopica da parte di un operatore specializzato, molto lunghi e condizionati dalla soggettività umana, questa tecnica garantisce una maggiore velocità e standardizzazione, anche se non può dare informazioni circa la forma e la composizione chimica delle microplastiche, fatto che comunque non dovrebbe essere un problema per una analisi di screening.

Il lavoro fatto da Arpa FVG si colloca in un trend più generale, che vede il sempre più diffuso utilizzo delle tecniche ICP-MS in nuovi ambiti, come per esempio nella ricerca degli isotopi radioattivi, garantendo in generale tempi di risposta molto più contenuti e costi decisamente più bassi.

L’attività del Laboratorio di Arpa FVG anche in questo caso è orientata proattivamente, in quanto al momento non sono previsti limiti di legge riguardanti la presenza di microplastiche nelle acque, nonostante la tematica venga introdotta nella nuova bozza di direttiva europea riguardante i monitoraggi ambientali e nel nuovo decreto legislativo 18/2023, relativo alle acque destinate al consumo umano.

Vista la crescente sensibilità nei confronti della presenza di questi inquinanti e dei possibili rischi a essa associata, è lecito aspettarsi che la legislazione ambientale dovrà evolversi nella direzione di un sempre più attento monitoraggio di questa problematica, condizione imprescindibile per un suo effettivo controllo.

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