L’educazione alla sostenibilità, come è definita l’azione educativa nel contesto in cui avviene, integrando alla valenza ambientale anche quella sociale ed economica, costituisce uno dei riferimenti del Snpa, non solo per la legge di recente emanazione che lo istituisce, ma per la crescente sensibilità e attenzione che le Agenzie e Ispra hanno sviluppato.
A partire dal 2015, è stata avviata un’attività di ricerca educativa da parte del Laboratorio regionale di educazione ambientale di Arpa FVG, utilizzando la metodologia della ricerca-azione, presso l’Istituto Comprensivo “A. Manzi” di Cordenons, in provincia di Pordenone. Lo scopo è stato quello di produrre strumenti di valutazione relativi al Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF), introdotto dalla legge 107/2015 che sostituisce il POF annuale, indirizzato alla progettualità della scuola a favore del territorio entro cui si realizza l’azione educativa.
La ricerca-azione avviene in gruppi di insegnanti che condividono e riflettono sui problemi cui si vuole fornire una risposta, coadiuvati da un facilitatore, e serve a migliorare la consapevolezza e l’azione del ruolo di docente negli ambiti in cui opera.
La domanda di ricerca, frutto del confronto con gli insegnanti, è stata definita in: “cosa c’è in più nell’azione progettuale rispetto all’attività curricolare?”, intendendo con azione progettuale la realizzazione di attività con e sul territorio, quale dimensione educativa privilegiata, dove la complessità del contesto pone questioni vere, reali, concrete; dove l’interazione dei sistemi, educativo, ambientale, sociale, economico, istituzionale, ecc., costituisce il paradigma di senso della sostenibilità: un modello che caratterizza la comunità entro cui “il pensare e il fare” educazione si misura.
Ciò che è emerso dalla ricerca-azione, non è stato frutto di un quadro di riferimento teorico (top-down), ma costituisce la migliore approssimazione possibile all’idea di valutazione della qualità dei progetti del PTOF, frutto dell’esperienza concreta degli insegnanti, attuata in un lungo lasso di tempo, nella loro funzione di negoziatori di valori e non di meri contenuti disciplinari.
L’esperienza di Cordenons, che proseguirà anche nel 2018, si inscrive nel novero delle attività di ricerca-azione che, a partire degli anni ’90 del secolo scorso, hanno costituito gli elementi fondanti del Sistema Nazionale InFEA, ovvero la rete dell’educazione ambientale italiana.
L’esito della ricerca, finora condotta, ha dato vita a un set di indicatori/descrittori proposto del gruppo di ricerca degli insegnanti, definiti tramite la riflessione collettiva (con la comunità educativa in toto) e la sperimentazione in campo dei progetti educativi; tale set sarà utilizzato quale strumento d’indirizzo e di miglioramento della qualità educativa dei progetti del PTOF.
Gli indicatori selezionati sono:
- il fare: confrontarsi concretamente con i differenti contesti che compongono la realtà, quale occasione di azione e di riflessione;
- la valorizzazione dei punti di vista diversi;
- il numero di alunni coinvolti: rapporto tra alunni e obiettivi del progetto;
- la condivisione interna ed esterna del progetto;
- il miglioramento degli esiti del progetto rispetto al RAV (Rapporto di Auto-Valutazione);
- i bisogni degli alunni: emersione delle aspettative e valorizzazione delle loro potenzialità espresse o inespresse;
- gli aspetti economici/risorse.
Il set di indicatori/descrittori affronta, pertanto, un nodo cruciale dell’azione educativa, ovvero la valutazione che, nel complesso contesto della sostenibilità, acquista un valore fondante, sia delle proposte che delle ricadute.
Una valutazione è quindi possibile solo quando, e solo se, si è concordato un quadro di riferimento, all’interno del quale sono state individuate delle visioni della realtà e dell’educazione ispirate a valori condivisi, sulla base dei quali si sono enunciati i criteri, delle affermazioni cioè che aiutano a tradurre i valori in azioni educative, comportamenti e scelte. Gli indicatori costituiscono, pertanto, una descrizione più puntuale di cosa i criteri generali significano nella pratica e delle diverse qualità che un progetto del PTOF dovrebbe esprimere. Questi indicatori, però, per potersi applicare a un processo come l’apprendimento (causale e intrinsecamente caotico) e alla grande varietà di pratiche che caratterizzano l’agito educativo, mantengono ancora una certa generalità; ciò ha richiesto un ulteriore passaggio, legato al processo specifico in cui ogni progetto si realizza, per arrivare a formulare dei descrittori, che illustrano e precisano, caso per caso, in che modo l’indicatore è stato definito e, soprattutto, offrono una gamma di possibilità nell’applicazione.
In questo modo, l’insieme dei criteri e degli indicatori, fornisce un quadro generale, ma sufficientemente concreto, a tutti coloro che intendono valutare il proprio operato. I descrittori, rappresentano gli elementi di confronto che escono dall’autoreferenzialità senza ridurre le diversità, ma accentuandone la valenza positiva.
Inoltre, è stata aggiunta anche la documentazione, anch’essa quale indicazione/suggerimento utile a orientare i proponenti del progetto a raccogliere e organizzare gli elementi necessari a ripercorrere nel tempo le diverse fasi del progetto, di cui dare testimonianza.
Il progetto di ricerca-azione, qui sommariamente descritto, attua una metodologia di lavoro che punta a valutare, e quindi a documentare la progettualità e le sue ricadute, di quel “pensare e fare” educazione che, troppo spesso, non lascia una traccia tale da poter costituire testimonianza metodologica da cui poter attingere, e con la quale poter misurare la propria progettualità.
D’altra parte la valutazione, intesa come documentazione e riflessione sul percorso, è una componente essenziale dei fenomeni complessi che, proprio perché sempre in parte imprevedibili e ad elevato grado di dinamicità, devono essere monitorati con continuità.
Questo ci impone, molto più che in passato, di valutare quanto più accuratamente possibile quello che stiamo cercando di fare, anche per non disperdere la memoria del lavoro prodotto e delle ricadute nei contesti dove il processo educativo agisce.
Sergio Sichenze, Arpa FVG – Laboratorio regionale di educazione ambientale