Che impatto hanno le attività portuali ed il traffico navale sulle concentrazioni di inquinanti in atmosfera? Come si può rendere il Porto di Trieste meno impattante e più sostenibile? Quali i progetti in essere?
Queste alcune delle domande a cui Arpa FVG ha cercato di rispondere lunedì 26 luglio al terzo appuntamento del ciclo di incontri “A misura di mare: in viaggio per la sostenibilità”.
Le emissioni di inquinanti nelle aree portuali
L’impatto del traffico navale e delle attività portuali sulle concentrazioni di inquinanti in atmosfera non è certamente trascurabile, soprattutto nelle aree più prossime alle banchine di attracco delle navi. I dati dell’Inventario delle emissioni in atmosfera (INEMAR) gestito da Arpa FVG indicano che nel Comune di Trieste il 20% della CO2 emessa in atmosfera, quasi il 70% degli Ossidi di azoto e il 50% delle polveri sottili (PM2,5), sono attribuibili alle attività portuali (catasto Inemar, aggiornamento 2015).
Nell’arco costiero tra Grado e Trieste, Arpa FVG stima che l’impatto del traffico navale e delle attività portuali sulle concentrazioni in atmosfera di polveri sottili è stimabile nel 20-50%.
Quantitativamente il contributo di inquinanti emessi in atmosfera derivanti dallo stazionamento e dalla movimentazione delle navi nel porto di Trieste nel 2015 è stimabile in circa 100.000 t/anno di CO2, 100 t/anno di PM2.5, 1.800 t/anno di Ossidi di azoto. Sempre dati dell’Agenzia, aggiornati al 2018, indicano che del totale degli Ossidi di azoto emessi, il 50% è dovuto allo stazionamento e movimentazione di container e navi RoRo, il rimanente 50% alle petroliere.
Elettrificare le banchine, un vantaggio per l’ambiente
L’elettrificazione delle banchine del porto di Trieste comporterebbe una significativa riduzione degli inquinanti emessi. Grazie ai dati forniti dall’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale relativi al traffico navale, il Centro regionale di modellistica ambientale di Arpa FVG ha potuto stimare in dettaglio le emissioni in atmosfera per ciascuna nave approdata a Trieste nel 2019, sia per la fase di manovra che per la fase di stazionamento in porto (hoteling). I risultati delle elaborazioni indicano che l’elettrificazione delle banchine consentirebbe, ad esempio, una riduzione degli Ossidi di azoto, in prossimità del Molo VII, fino a -6 microgrammi/m3 come media annua, corrispondente ad una riduzione di circa il 20%. Un valore non trascurabile, se si tiene presente che le stazioni di qualità dell’aria a Trieste hanno misurato nel 2019 valori medi annui di Ossidi di azoto compresi nell’intervallo 28-38 microgrammi/m3.