I monitoraggi eseguiti da Arpa FVG a febbraio e marzo 2022 hanno evidenziato la presenza di meduse ed altri organismi gelatinosi nel Golfo di Trieste.
In particolare è stata osservata anche in questo periodo dell’anno la presenza massiva di meduse della specie Rhizostoma pulmo, nota come polmone di mare.

Un analogo evento si manifestò ad inizio aprile 2021, con una condizione oceanografica sostanzialmente simile a quella attuale. In particolare, il ricambio delle masse d’acqua del Golfo sembra essere stato alquanto scarso, è stata, inoltre, rilevata una maggiore concentrazione della clorofilla a nelle acque della rada di Trieste, che potrebbe indicare uno sviluppo della comunità fitoplanctonica, la quale rappresenta la base della catena alimentare marina.
Inoltre, a fine marzo, sono stati individuati anche altri organismi planctonici gelatinosi appartenenti alla classe degli idrozoi: Aequorea forskalea e al phylum degli ctenofori: Pleurobrachia spp., Leucothea multicornis e Mnemiopsi leidyi.




Nei prossimi giorni, il variare delle condizioni meteorologiche, con l’insistere sul Friuli Venezia Giulia di una saccatura di origine atlantica e venti meridionali seguiti da successivi venti orientali, dovrebbero modificare temporaneamente la situazione oceanografica del Golfo e determinare l’aumento della circolazione delle masse d’acqua. Ciò potrà causare una generale dispersione degli organismi al largo e lungo la costa occidentale del bacino, come pure un loro ulteriore ammassamento nelle zone ridossate all’interno delle opere portuali.