L’andamento della qualità dell’aria nel 2017, anche in Friuli Venezia Giulia, ha confermato le due evidenze messe in luce nell’ultimo decennio: l’inquinamento atmosferico non è più soltanto un problema dei grossi centri urbani e la sua riduzione non può avvenire con un semplice approccio mono-sorgente.
Acquisire e diffondere questa consapevolezza è estremamente importante sia per quanto riguarda la pianificazione dei monitoraggi che per lo sviluppo di politiche efficaci volte alla riduzione del livello di inquinamento.
Per quanto riguarda le politiche, lo sviluppo di azioni atte a ridurne la presenza in atmosfera è reso difficoltoso dal fatto che gli attuali inquinanti problematici (polveri sottili e ozono) si generano tramite le emissioni di precursori associati a diverse categorie di sorgenti, dal riscaldamento domestico ai trasporti passando per l’agricoltura. Non basta più, pertanto, agire solo sui trasporti, ma è necessario sviluppare una serie di azioni che tengano conto in maniera coordinata di tutte le diverse sorgenti. In molti casi, inoltre, azioni che prevedono una soluzione puramente tecnologica non bastano, ed è richiesto anche un cambiamento nelle abitudini delle persone.
Per ciò che concerne i monitoraggi, il fatto che le polveri sottili e l’ozono abbiano un comportamento ubiquitario, a differenza di quanto accadeva negli anni ’90 con il monossido di carbonio e il benzene, rende preponderante la questione dell’individuazioni delle aree dove i requisiti di legge sono disattesi, piuttosto che la questione dell’individuazione del picco di inquinamento. Le stazioni di misura, pertanto, devono essere soprattutto rappresentative, e la valutazione della qualità dell’aria deve esser condotta con un approccio integrato che consenta di stimare i livelli di inquinamento su tutto un territorio e non in un singolo punto.
Adottando questo approccio integrato, le prime valutazioni sull’andamento della qualità dell’aria nel 2017 in Friuli Venezia Giulia indicano una situazione complessivamente discreta e in linea con gli anni precedenti per quanto riguarda le concentrazioni medie di ozono e di polveri sottili.
Per l’ozono nel 2017 sono stati registrati dai 40 ai 70 giorni con superamento del valore obiettivo di 120 microgrammi/m3 previsto dall’Unione Europea per evitare problemi sanitari nel lungo periodo. I superamenti del 2017 sono analoghi a quelli misurati nel 2015, ma superiori a quelli del 2016, quando sono stati osservati dai 30 ai 40 giorni di superamento della soglia. Nel 2017 l’area di superamento del valore obiettivo (figura 1) è stata molto estesa, interessando di fatto tutta la regione ad eccezione dell’area montana. Nonostante il superamento del valore obiettivo, nel 2017 sono stati registrati in proporzione meno picchi di ozono rispetto gli anni precedenti. Si sono infatti ridotti i numeri di giorni con concentrazioni di ozono superiori alla soglia di 180 microgrammi/m3, che rappresenta la soglia oltre la quale è obbligatorio dare informazione alla popolazione. Sembra quindi confermata la tendenza alla diminuzione nella frequenza di valori estremi di ozono.
Dal punto di vista delle polveri sottili in Friuli Venezia Giulia, nel 2017 non ci sono stati superamenti della concentrazione media annuale, né per il particolato atmosferico più grossolano (PM10) né per quello più fine (PM2.5). Per il PM10 nel 2017 è stata registrata una concentrazione media annuale di 15-30 microgrammi/m3, per il PM2.5 una media annuale di 13-18 microgrammi/m3. Entrambi i valori sono analoghi a quelli registrati nell’anno precedente e, limitatamente al PM2.5, sono addirittura inferiori alla soglia che entrerà in vigore nel 2020. Questi dati sono molto soddisfacenti e comprovano che l’inquinamento da polveri in Friuli Venezia Giulia ha carattere episodico.
Purtroppo, però, nel 2017 in Friuli Venezia Giulia ci sono stati diversi superamenti della soglia giornaliera prevista per il PM10. L’estensione dell’area in cui sono stati registrati questi superamenti (figura 2) è stata leggermente superiore a quella del 2016, ed ha interessato sostanzialmente la pianura Pordenonese più prossima al confine con il Veneto con un forte gradiente nord-sud ed est-ovest.
A questa valutazione preliminare sulla qualità dell’aria, una volta completato il percorso di qualità ISO9001, seguirà la valutazione definitiva sul rispetto o violazione dei limiti normativi che verrà trasmessa ai competenti organi di controllo della Commissione Europea. Tale valutazione, comunque, già consente di correggere alcune inesattezze apparse di recente sui media relativamente alla qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia. Tra queste, una delle più rilevanti, era quella del mancato rispetto dei limiti di legge sul PM10 (superamenti giornalieri) per la città di Trieste, affermazione basata sui dati di una singola stazione non facente parte del programma di valutazione della qualità dell’aria e installata ai fini del controllo delle prestazioni industriali.
A cura di Fulvio Stel, responsabile del settore Qualità dell’aria di Arpa FVG
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