Martedì 16 aprile 2019 si è tenuta la presentazione dei primi dati relativi al progetto sperimentale di raccolta dei rifiuti plastici che ha visto protagonisti i pescatori di Fiumicino nella loro attività quotidiana di pesca a strascico. Presenti all’evento Massimiliano Valeriani – Assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio, Antonio Protopapa – Direttore Ricerca e Sviluppo di COREPLA e Marco Lupo – Direttore generale di ARPA Lazio.
Presenti, inoltre,
Esterino Montino – Sindaco di Fiumicino, Francesco Di Majo –
Presidente Autorità di sistema portuale, Vincenzo Leone – Comandante
Direzione marittima del Lazio, Roberto Scacchi – Presidente di
Legambiente Lazio e Roberto Arciprete – Cooperativa pescatori Agci
Agrital.
Le zone di pesca dove i 12 pescherecci coinvolti
hanno recuperato le plastiche vanno da Capo Linaro a Capo D’anzio,
per una distanza pari a 64 miglia marine. La prima
tonnellata di rifiuti raccolta in sole 3 settimane dalle reti
dei pescatori, ad una distanza compresa tra 3 e 14 miglia dalla costa
e dai 16 ai 120 metri di fondale, risulta così composta:
- 22% tubi di gomma
- 17% film in plastica
- 16% reti da pesca e da cantiere
- 15% bottiglie in plastica
- 14% stracci e corde in canapa
- 15% altro: acciaio, materiale organico, tetrapak, alluminio
Dopo aver separato nelle diverse frazioni tutto il materiale raccolto, la parte plastica è stata ulteriormente selezionata per tipologia e sarà inviata a un centro di riciclo per valutarne la riciclabilità e ottenere nuova materia prima. L’attività di fishing for litter sarà estesa a breve a tutta la flotta di Fiumicino e a quella del porto di Civitavecchia dove è stato già posizionato un cassone scarrabile per permettere ai pescatori di depositare i rifiuti raccolti.
“Per l’ARPA Lazio, che impiega una parte importante delle sue competenze e delle sue risorse nelle attività di monitoraggio delle acque marino-costiere – spiega Marco Lupo, Direttore generale dell’Agenzia – è motivo di soddisfazione riscontrare che il Protocollo Fishing for litter ha precorso l’iniziativa varata dal Governo con il Disegno di legge “Salva-mare”, con il quale condivide tutti gli elementi essenziali. Per di più i dati del monitoraggio condotto dall’Agenzia nel periodo 2015-2018 nel contesto della cosiddetta “Strategia marina” dimostrano che oltre il 60% delle microplastiche presenti in mare derivano da degradazione delle macroplastiche, ovvero proprio da quella tipologia di rifiuti in mare sui quali il protocollo si propone di incidere”