Nel corso delle attività di monitoraggio condotte sul fiume Gari, in un punto di campionamento all’interno del centro urbano di Cassino a meno di 1 km dalle sorgenti del fiume, i tecnici della sede operativa di Frosinone dell’ARPA Lazio hanno riscontrato la presenza di alcuni esemplari di Tricotteri il cui astuccio mostrava diversi frammenti di materiale plastico inglobati al posto dei consueti materiali minerali o organici generalmente utilizzati per la costruzione dell’involucro protettivo.
Le microplastiche – presenti quasi in tutti gli ambienti, soprattutto acquatici – sono contaminanti che derivano principalmente dalla degradazione di rifiuti plastici che, disgregandosi in particelle molto piccole, si diffondono largamente e persistono nell’ambiente, rappresentando un fattore di elevata criticità che sta suscitando crescente attenzione e rilevanza nell’ambito delle politiche di tutela dell’ambiente acquatico.
L’ARPA Lazio effettua il monitoraggio dei corpi idrici fluviali presenti nella regione e per ciascun corpo idrico determina lo stato di qualità sulla scorta di parametri e indicatori biologici, chimico-fisici, chimici e idromorfologici. Tra i diversi elementi di qualità biologica (EQB) considerati, vengono monitorati i Macroinvertebrati bentonici, ovvero organismi animali invertebrati di pochi centimetri di dimensioni (principalmente insetti, molluschi, crostacei, oligocheti, irudinei e tricladi) che vivono tutto il loro ciclo vitale, o parte di esso, sul fondo dell’alveo del corso d’acqua. I Tricotteri, in particolare, sono un ordine appartenente alla classe degli insetti e sono generalmente dotati di un astuccio (o fodero) che le larve costruiscono a protezione dell’addome utilizzando di solito frammenti di materiale vegetale o minerale adesi tra loro mediante una sostanza organica prodotta dalla stessa larva.
L’osservazione allo stereomicroscopio degli organismi prelevati in campo ha permesso di constatare con chiarezza la natura plastica di tali frammenti che sono riconducibili alle microplastiche, avendo diametro compreso tra 0,1 mm e 5 mm. Nel caso specifico, le microplastiche rilevate sono state quantificate in 1-2 elementi per astuccio, con dimensioni minime inferiori a 1 millimetro e massime pari a circa 4-5 mm, con morfologia e colorazioni differenti. Il riconoscimento tassonomico condotto su tutti gli esemplari che presentavano le microplastiche inglobate nell’astuccio, ha consentito di identificare le famiglie dei “Limnephilidae” e dei “Sericostomatidae”.
Allo stato attuale delle conoscenze, l’osservazione e la descrizione di tale fenomeno in ambiente naturale potrebbe contribuire alla definizione di metodologie operative a supporto delle valutazioni quali-quantitative per l’inquadramento della problematica delle microplastiche negli ecosistemi di acque interne; l’ARPA Lazio ha quindi previsto ulteriori attività di monitoraggio che potranno contribuire a valutare l’entità della problematica sui corpi idrici del Lazio.