Il fitoplancton ha un ruolo chiave nelle reti trofiche e nei cicli biogeochimici degli ecosistemi marini e rappresenta un gruppo evolutivamente complesso.
Per studiarne la diversità è necessario un approccio multidisciplinare che integri le
tecniche di analisi molecolare con quelle di tipo tradizionale utilizzate nei programmi di monitoraggio, basate sulla microscopia ottica.
Per la sua importanza negli ecosistemi marini, il fitoplancton è incluso da sempre nei programmi di monitoraggio svolti dalle ARPA, in attuazione delle normative comunitarie e nazionali; tra questi, quello istituito in seguito al recepimento della direttiva quadro sulla Strategia Marina (2008/56/CE) la quale include il fitoplancton in un totale di 4 descrittori (biodiversità, specie non indigene, eutrofizzazione e struttura delle reti trofiche) su 11 previsti per la definizione del GES (“Good Environmental Status”), come riportato nella Decisione della Commissione Europea (2010/477/UE).
L’obiettivo del monitoraggio del fitoplancton è quello di valutare i cambiamenti nella struttura del popolamento in termini di composizione ed abbondanza.
L’interpretazione di queste variazioni, in risposta a cambiamenti ambientali è tutt’altro che semplice ed è funzione della complessità della relazione “organismo-ambiente”. Lunghe serie temporali di osservazioni del plancton consentono di individuare cambiamenti significativi nei popolamenti fitoplanctonici in risposta ai cambiamenti ambientali.
Per i 3 diversi programmi di monitoraggio dell’ambiente marino costiero (ai sensi della L. 979/82, del D.Lgs. 152/2006 e del D.Lgs. 190/2010), l’ARPA Lazio, ha raccolto e raccoglie tutt’ora dati sulla composizione qualiquantitativa dei popolamenti fitoplanctonici della costa laziale da oltre 15 anni.
Al fine di non disperdere questo enorme bagaglio di informazioni, si è ritenuta necessaria l’integrazione dei dati raccolti nei diversi programmi di monitoraggio.
L’articolo integrale in cui si descrive l’attività svolta da Arpa Lazio ed i risultati raggiunti è disponibile nel Rapporto Ambiente Snpa edizione 2018.