La “gronda” di Genova è il passante che permetterà al traffico autostradale di “evitare” l’attraversamento del ponente genovese. I tecnici di Arpal hanno iniziato in questi giorni le attività sul campo, che dalle sorgenti passeranno presto alle altre matrici ambientali.
Dopo mesi di riunioni per discutere di tutti gli aspetti preliminari in vista della realizzazione della “gronda”, il passante autostradale del ponente genovese, Arpal sta iniziando le attività sul campo. Il primo lavoro a essere svolto proprio in questi giorni è a cura dei geologi, impegnati nella selezione e conferma delle sorgenti di acqua sotterranea da monitorare durante la realizzazione dell’opera.
Il sopralluogo iniziale, effettuato nella parte più a ponente della gronda, ha riguardato la zona di Branega e dell’Acquasanta: nel primo caso sono state individuate anche alcune sorgenti sulfuree, mentre nel secondo – fra i punti più lontani dall’opera vera e propria – si sono cercate quelle prese d’acqua che potrebbero anche servire come “bianco”, cioè come elemento di confronto rispetto a terreni maggiormente interessati dagli scavi.
“Fra i possibili impatti ambientali di una galleria – spiega Emanuele Scotti, geologo Arpal – la capacità di drenare acqua sotterranea è uno dei più evidenti e più facilmente misurabili. Nei prossimi giorni continueremo i sopralluoghi, che serviranno per identificare un congruo numero di sorgenti, oggetto di monitoraggio prima, durante e dopo la realizzazione della gronda”.
Il monitoraggio della acque sotterranee è solo uno degli aspetti ambientali che verranno controllati dai tecnici Arpal: aria, biodiversità, rumore, terre e rocce da scavo sono gli altri settori su cui si concentreranno gli ispettori dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure.