“Contrasto al dissesto idrogeologico in Liguria, una strategia di prevenzione”: è stato questo il titolo del convegno organizzato oggi dalla Filca Liguria, la federazione degli edili della Cisl, al palazzo della Borsa di Genova.
La giornata si è aperta con l’introduzione del segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri. A seguire la relazione del segretario generale della Filca Cisl Liguria Andrea Tafaria. Poi la tavola rotonda con l’assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone, il delegato del Rettore dell’Unige per le valutazioni geologiche e di mitigazione del rischio idrogeologico Francesco Faccini, il presidente di Ance Liguria Emanuele Ferraloro, il presidente di Fondazione Cima Luca Ferraris ed Elisabetta Trovatore, direttore scientifico di Arpa Liguria.
“La Liguria è stata protagonista di una piccola rivoluzione nella protezione civile dal 2018 ad oggi, cioè dopo la mareggiata terribile che ci ha visto coinvolti – ha affermato l’assessore Giacomo Giampedrone – oggi le risorse vengono investite anche per aumentare la capacità di resilienza. È un grande risultato, in attesa dello stato d’emergenza per le ultime mareggiate, che spero ci venga riconosciuto, e con una consapevolezza in più: aver fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per fare in modo che la Liguria sia più sicura di come l’abbiamo trovata”.
Di monitoraggio e conoscenza del territorio ha parlato Elisabetta Trovatore, direttore scientifico di Arpa Liguria. «Non solo il passato, il presente ma anche il futuro: i cambiamenti climatici. Insieme a Fondazione Cima elaboriamo simulazioni di scenari, e proprio dalla costruzione di un patrimonio di conoscenze possiamo partire per attuare strategie di resilienza strutturali e non. Da un lato noi cittadini dobbiamo imparare a convivere con un certo tipo di fenomeni e a conoscere gli strumenti che la pubblica amministrazione mette a disposizione di tutti (come la app Meteo3r e l’allerta meteo, spesso ancora troppo poco conosciuta nel suo vero significato), dall’altra parte servono opere strutturali che ci aiutino a mettere in sicurezza il territorio, non sfruttandolo ma rispettando le situazioni naturali».
«La Liguria è una zona ad alto rischio per quel che riguarda il dissesto idrogeologico – ha poi continuato Luca Ferarris, presidente fondazione Cima – abbiamo però strumenti che utilizzati bene possono ridurre i rischi, come l’utilizzare i sistemi di allertamento che ci indirizzano all’utilizzo di comportamenti consoni in caso di allerta meteo. Nel medio e lungo periodo possiamo fare molto per il nuovo sviluppo mettendolo in sicurezza con le appropriate costruzioni. Del resto siamo consapevoli delle cause che stanno provocando i cambiamenti climatici e dobbiamo perciò adattarci a questo clima».