Alla luce dell’interesse sull’argomento evidenziato in questi giorni, Arpa Liguria ripercorre brevemente la propria storia (una storia comune anche alle altre Agenzie ambientali italiane).
La destinazione ad Arpa Liguria di una quota delle risorse regionali derivanti dal fondo sanitario è conseguente all’appartenenza dell’Agenzia al settore sanitario derivante da specifiche disposizioni normative statali e regionali, volte a garantire lo svolgimento delle funzioni inizialmente in capo al Servizio Sanitario e poi trasferite alle Arpa.
Le agenzie infatti sono state istituite a livello nazionale a seguito del referendum popolare del 18 aprile 1993, in esito al quale i controlli in materia ambientale sono transitati dalle vecchie Usl alle Agenzie.
Le Arpa, fin dall’origine, sono state una componente del settore sanitario, di cui hanno adottato contratti, procedure, fondi e strutture. In sostanza i nuovi organismi hanno rilevato, specializzandosi, le competenze ambientali di vigilanza e controllo locali in capo al Sistema sanitario nazionale (in precedenza esercitate tramite i Presidi multizonali di prevenzione – Pmp delle Unità sanitarie locali).
In 30 anni le norme nazionali e regionali si sono succedute prestando attenzione a salvaguardare il binomio ambientale-sanitario, imprescindibile anche in chiave di prevenzione nell’ottica del principio “One health”, che come cita il sito del Ministero della Sanità afferma che “la salute umana, animale e dell’ecosistema sono legate indissolubilmente”.
La più recente legge nazionale, la 132/2016, ha istituito il “Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente” e introdotto, all’art. 9, il concetto di Lepta: il livello essenziale della prestazione tecnica ambientale è garantito anche ai fini del perseguimento degli obiettivi di prevenzione collettiva previsti dai livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea), ai quali sono strettamente correlati.
Senza i Lepta, i Lea non potrebbero essere garantiti.
Le attività di Arpa Liguria quindi non sono genericamente afferenti al mondo sanitario, ma sono attività essenziali e necessarie a garantire i Lea; come disposto dal legislatore statale, a tali attività sono destinate le risorse finanziarie regionali. I controlli sulle acque potabili e sugli alimenti, la balneazione, la qualità dell’aria sono solo alcune delle attività che Arpa Liguria svolge quotidianamente a tutela della salute di tutti i cittadini liguri.
Sono perciò fondi utilizzati per garantire “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente di “assistenza di malattie o infermità” (definizione di salute prodotta dall’Oms nel 1948).
E allora per quale ragione avete voluto, come Agenzie, creare la figura del tecnico ambientale (peraltro mi permetto nella evidente dicutibilità di talune parti del decreto in firma al Presidente della Repubblica), nonché cercare di uscire dal contratto di lavoro comparto sanità, invece che, nell’ambito delle attività di prevenzione vigilanza e controllo, riconoscere appieno il ruolo del Tecnico della Prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro (TPALL), già previsto in tale contratto e già regolamentato dalla Legge, a tutt’oggi applicato alle Arpa?
Quanto sopra si che sarebbe in piena coerenza con quanto giustamente rivendicato nell’articolo.