Come deve essere un’acqua per potersi dire potabile, ossia destinata al consumo umano?
Lo stabilisce una legge (il D.Lgs. 31/01 in attuazione della Direttiva 98/83/CE), che fissa valori e parametri, cioè le caratteristiche fisiche (come è fatta), chimiche (cosa c’è dentro) e biologiche (quali animaletti ci vivono dentro).
“Recentemente” l’Italia ha rivisto le modalità di controllo (D.m. 14/06/2017) e determinazione (D. Lgs. 28/2016 per il controllo della radioattività e decreto 14/11/2016 per la determinazione del cromo esavalente, sebbene in attesa di applicazione).
In Liguria è Arpal che effettua i controlli periodici per conto delle Asl, sulla base del protocollo redatto dal Gruppo Regionale dedicato, istituito nel 2011.
I parametri chimico-fisici e microbiologici sono calibrati su due fattori:
- possibili fonti di contaminazione locali (antropica, naturale o legata ai trattamenti e al contatto con materiale della rete acquedottistica)
- volume d’acqua erogata e numero di utilizzatori, parametri basilari per la frequenza del controllo.
Le specificità di ciascun punto di prelievo (come utenze, abitanti serviti dalla rete acquedottistica – fluttuazione stagionali incluse, eventuali chiusure invernali dell’impianto, tipo di trattamento e di fonte di approvvigionamento, etc.) influiscono sul tipo di analisi da svolgere.
Ogni anno Arpal esegue mediamente 80.000 analisi su circa 8.000 campioni di acqua provenienti dai diversi acquedotti liguri (nel 2018 sono stati consegnati alla sede di Genova 2412 campioni, 2050 a Imperia, 442 a Savona e 690 a La Spezia): sono 15 campioni al giorno di acqua che beviamo!
Le determinazioni analitiche per il controllo delle acque potabili sono alcune decine, ed entro la fine del 2019 Arpal le avrà tutte accreditate.
Una novità è legata al controllo della radioattività: l’Agenzia si è dotata della strumentazione necessaria per la misura (del radon e dell’attività alfa e beta totale nelle acque potabili), con i primi controlli che saranno svolti questa primavera.
Arpal, fra le attività a supporto di Asl, trasmette periodicamente i consuntivi analitici, e con la Asl 3 genovese cura l’aggiornamento dei punti di approvvigionamento, di rete e degli acquedotti su cui effettuare i campioni.
Una particolare categoria di acque potabili, infine, è quella delle “minerali”: il controllo è svolto sia sulle fonti destinate all’imbottigliamento alla sorgente, con periodicità stagionale, sia sulle acque minerali al commercio (campionata dagli ispettori Asl sulla base del Prisa, il Piano regionale integrato dei controlli di sicurezza alimentare). Raro, ma non impossibile, il verificarsi di situazioni anomale: in quei casi si analizza l’acqua direttamente nelle confezioni, solitamente portate nei laboratori Arpal da altre forze dell’ordine. Anche il consuntivo di questi controlli è stato trasmesso sul Sistema Informativo Ministeriale NSIS con la modalità del flusso Vigilanza Alimenti e Bevande.