Come è andata la stagione balneare 2020 in Liguria?
Dopo l’avvio ritardato a causa del lock-down, dal punto di vista dei controlli svolti da Arpal è stata un’estate in linea con tutte le altre: un campione routinario prelevato una volta al mese su 380 punti lungo la costa, due parametri microbiologici di riferimento.
I dati complessivi parlano di 2046 campioni effettuati fra campioni ordinari, suppletivi e indagini extra per inquinamenti rilevati o segnalati da enti competenti.
Le non conformità dei campioni routinari previsti a calendario 2020 sono state 55 ovvero il 2,8% del totale dei routinari, leggermente più alto del corrispondente valore per il 2019 (2,1%).
Ma il confronto diretto fra le due stagioni è poco significativo, per via delle condizioni meteo non omogenee: giugno e luglio 2020, infatti, sono stati più piovosi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Storicamente infatti le acque di balneazione meno conformi sono quelle vicine a pressioni antropiche o a foci fluviali, con i torrenti che, in condizioni di piogge abbondanti, convogliano in mare reflui con carico organico e batterico sopra la norma.
E non è un caso che il maggior numero di non conformità sia stato riscontrato proprio a giugno. Nel dettaglio, la provincia in cui sono state rilevate meno “non conformità” nei routinari è Spezia (0.7%), seguita da Savona (0.8%), Genova (4.5%) e Imperia (5.0%). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, per tutta la stagione non si verificano mai superi dei limiti. Talvolta anche per più anni di seguito. Nel 2020, le acque che non hanno mai evidenziato superi rispetto al totale per provincia sono state: 96% a Savona, 95% a La Spezia, 86% Genova e l’80% Imperia.
Nei prossimi mesi vedremo come questi dati incideranno sul giudizio di qualità dei tratti liguri, ottenuto dall’elaborazione di tutti i dati dei campioni routinari riferiti al periodo 2017-2020, e che li sintetizza nel giudizio scarso, sufficiente, buono o eccellente e resterà immutato per tutto il 2021.