Arpal continua l’accompagnamento alle operazioni di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi, il viadotto autostradale genovese crollato – per cause ancora da accertare – alle 11.37 di un piovoso martedì 14 agosto, causando 43 vittime e pesanti ripercussioni su centinaia di famiglie e migliaia di aziende.
L’ultimo prodotto realizzato dall’Agenzia e pubblicato sul sito è settimanale: una relazione sul monitoraggio delle concentrazioni di particolato atmosferico (PM10, PM2.5, PTS) per il controllo della qualità dell’aria nelle aree circostanti il cantiere.
I primi dati si riferiscono all’area di ponente, dove i lavori sono già cominciati. Sono stati individuati 2 siti, uno a monte (A1 – Ansaldo) ed uno a valle (A2 – Area BIC), dove è stata installata strumentazione sia da parte del raggruppamento di imprese incaricato della demolizione (come si vede sul sito del commissario per la ricostruzione, da cui è tratta la foto), sia da parte di Arpal.
Eppure in questi mesi sono stati, e sono tuttora, molto diversificati i compiti assegnati all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, intervenuta fin dai primi istanti: all’indomani del crollo, l’esigenza principale è stata quella del supporto previsionale operativo, finalizzato allo svolgimento dei lavori in alveo del torrente Polcevera parzialmente ostruito dai detriti. Fondamentale l’immediata collaborazione di tutto il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, e dell’Arpa Val d’Aosta in particolare per l’impiego dei droni.
Quindi il supporto all’interno del tavolo tecnico formato da Regione Liguria, Comune di Genova, Asl e Vigili del Fuoco, che si è occupato dell’attuazione dell’ordinanza di Protezione Civile n° 539 del 20 agosto2018: primi interventi urgenti di protezione civile per emergenza crollo di untratto del viadotto Polcevera dell’autostrada A10 a Genova del 14 agosto 2018.
Il monitoraggio della qualità dell’aria a seguito dell’intensificazione del traffico cittadino ha visto il posizionamento di 7 radielli (misuratori passivi per benzene, toluene e xilene), 6 lungo la direttrice di via Cornigliano e uno più spostato come “bianco”.
Quindi sono state attivate due nuove postazioni di misura, in località Fegino e nell’area di Sestri Ponente. Si tratta di due centraline mobili con risultati pubblicati e confrontati rispetto alle altre stazioni di misura dislocate nel territorio genovese.
Ma l’attività che ha avuto maggiore attenzione è stata quella di analisi per la ricerca dell’amianto: negativi i risultati di settembre in zona rossa e in ottobre presso la cosiddetta “penisola” (dove sono in parte depositate le macerie recuperate), con i campioni analizzati per conto della Procura.
Qualche positività, seppur appena in tracce, è emersa durante il monitoraggio della pila 8, la prima da abbattere: è stata riscontrata presenza di amianto in circa il 25% delle carote, con valori inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale (pari a 120 milligrammi/chilo). Negative, infine, anche le nuove analisi ripetute nei pressi dell’area “penisola”.