Si è svolta nei giorni scorsi a Casale Monferrato la seconda “European Mineralogical Union School on mineral fibres”, scuola europea mineralogica sulle fibre minerali. Un appuntamento di rilevanza internazionale che ha visto la partecipazione di una piccola delegazione Arpal (formata dai geologi Gianluca Beccaris ed Emanuele Scotti, e da Sonja Prandi), agenzia da sempre attenta alla tematica dell’amianto.
La parte “teorica” ha riguardato diversi argomenti, dal problema della corretta definizione di fibra da ricercare nei NOA (i Natural Occurring Asbestos, terre e rocce naturali contenenti amianto), supportata anche da strumentazione tipicamente universitaria come la Spettroscopia Microraman, alla valutazione di cancerogenicità anche per minerali fibrosi non normati. Si tratta di un segmento di ricerca in espansione perché, oltre alle sei fibre minerali (usate nella produzione industriale) individuate dalla normativa come amianto – appartenenti alle specie minerarie degli Anfiboli e del Serpentino – sono presenti tanti altri minerali con abito fibroso (in particolare l’erionite). Interessanti anche gli interventi sulla patogenicità, con lo studio degli effetti superficiali e l’interazione di tipo chimico e biochimico tra le cellule ed i minerali fibrosi.
La parte sul campo ha portato i tecnici, opportunamente dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari, in visita alla ex-cava di Balangero, la più grande cava di amianto-crisotilo d’Europa. Qui si sta ancora lavorando alla bonifica, seguendo procedure innovative e spesso pionieristiche portate a esempio in tutto il mondo per gli ottimi risultati conseguiti nel contenimento della dispersione di fibre e per la modalità di restituire alla natura un sito fortemente antropizzato, con effetti anche letali per l’uomo. Si è trattato infatti di un vero e proprio tuffo nel passato, vissuto anche presso i capannoni dove i minatori mangiavano e dormivano. La settimana si è conclusa, infine, con la visita alla ex-centrale nucleare E. Fermi di Trino Vercellese, ancora in corso di smantellamento, dove la bonifica dell’amianto, utilizzato in abbondanza per gli isolamenti termici dell’impianto, ha comportato uno dei problemi più gravosi.
Dalla sei giorni di approfondimento è emerso come la linea analitica presente in Arpal, formata da Microscopi Ottici, Elettronici, Diffrattometria a Raggi X e Spettroscopia Microraman, rappresenti lo stato dell’arte nel settore. Allo stesso modo è emerso come le procedure di campionamento e analisi dei NOA, condivise a livello di prassi all’interno di SNPA, siano le più funzionali per assolvere agli adempimenti di legge: meriterebbero di essere adottate da una norma nazionale.