La nascita dell’agenzia ItaliaMeteo costituisce la grande occasione di mettere
a sistema ambiti finora distinti all’interno di un unico contesto organizzativo autorevole e innovativo. Sarà centrale la funzione di coordinamento dei servizi regionali, che continueranno a concorrere al sistema. L’articolo in Ecoscienza 1/2018.
La legge di bilancio 2018 dello Stato (legge 27 dicembre 2017, n. 205) prevede l’istituzione di un sistema strutturato a livello nazionale per rafforzare e razionalizzare l’azione nei settori della meteorologia e della climatologia, potenziando la competitività italiana e la strategia nazionale in materia, oltre che per assicurare la rappresentanza unitaria nelle organizzazioni internazionali di settore. A tal fine vengono istituiti un Comitato d’indirizzo per la meteorologia e la climatologia, composto da tredici esperti del settore, di cui sette di nomina statale e sei regionale, e l’Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia, denominata ItaliaMeteo, con funzioni e compiti conoscitivi, tecnico-scientifici e di responsabilità operativa nel campo della meteorologia e climatologia, cioè compiti relativi alla previsione e al monitoraggio meteorologico e meteo-marino, alla inerente informazione alla popolazione; alle attività di ricerca e sviluppo applicate nel campo delle previsioni globali e ad area limitata; alla realizzazione, sviluppo e gestione di reti di misura; ai prodotti e servizi climatici. In questo disegno, al Comitato d’indirizzo la nuova legge affida i poteri di indirizzo e vigilanza su ItaliaMeteo, formulandone le linee guida strategiche, e inoltre la predisposizione dello Statuto, che ne individuerà gli organi e la dotazione organica.
Quest’iniziativa non si inserisce in un contesto altrimenti carente di presenze istituzionali; tutt’altro. Un sistema meteorologico italiano già esiste di fatto, ma non è omogeneo, organizzato e coordinato, o per lo meno lo è solo in parte. Anche a livello regionale, il percorso della meteorologia operativa in Italia comincia ad avere una storia di tutto rispetto: nelle regioni del centro-nord alcuni servizi meteo regionali sono un punto di riferimento prezioso da più di vent’anni e alcune eccellenze sono ormai consolidate anche nel sud.
La presenza di servizi a livello locale non è un caso ed è assolutamente giustificata: infatti, in un paese geograficamente complesso come l’Italia, c’è una grande varietà climatica e meteorologica che rende auspicabile adottare una struttura organizzativa nazionale, ma con componenti distribuite sul territorio, come peraltro accade spesso nei servizi meteorologici di altri paesi.
Quest’iniziativa non si inserisce in un contesto altrimenti carente di presenze istituzionali; tutt’altro. Un sistema meteorologico italiano già esiste di fatto, ma non è omogeneo, organizzato e coordinato, o per lo meno lo è solo in parte. Anche a livello regionale, il percorso della meteorologia operativa in Italia comincia ad avere una storia di tutto rispetto: nelle regioni del centro-nord alcuni servizi meteo regionali sono un punto di riferimento prezioso da più di vent’anni e alcune eccellenze sono ormai consolidate anche nel sud.
La presenza di servizi a livello locale non è un caso ed è assolutamente giustificata: infatti, in un paese geograficamente complesso come l’Italia, c’è una grande varietà climatica e meteorologica che rende auspicabile adottare una struttura organizzativa nazionale, ma con componenti distribuite sul territorio, come peraltro accade spesso nei servizi meteorologici di altri paesi.
La novità, peraltro auspicata da tempo, è che per la prima volta l’Italia potrebbe dotarsi di un servizio meteo nazionale civile, come succede nella gran parte dei paesi, organico e organizzato, preposto a fornire dati, informazioni, servizi
e previsioni a tutto il mondo socio- economico e che includa anche l’attività di ricerca e sviluppo applicata nei vari ambiti di competenza della meteorologia operativa (modellistica, remote sensing, climatologia, oceanografia ecc.).
Sicuramente, per quello che riguarda la meteorologia a fini di protezione civile, abbiamo già un buon modello di riferimento disegnato e implementato dal Dipartimento di protezione civile nazionale, Dpcn. Nel 2004, infatti, la direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 27/02/04, pubblicata su GU n. 59 dell’11/03/04 Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile, ha costituito un punto di svolta nell’organizzazione di un coordinamento tra le varie strutture italiane con competenze istituzionali nel settore meteorologico.
La direttiva, per l’appunto, ha sancito la nascita nell’ambito della protezione civile di un sistema “confederato” di Centri funzionali (centrale presso il Dipartimento di protezione civile nazionale e decentrati presso le Regioni) e di Centri di competenza (poli nazionali di ricerca e sviluppo).
Questo passaggio ha creato e consolidato negli anni un sistema efficace, a rete, incardinato ai vari livelli territoriali, in grado di garantire un coordinamento e una guida centrali e servizi mirati locali. Questa forma organizzativa sembra quasi rispecchiare una caratteristica tutta “meteorologica” di complessità e interazione di scale spaziali, che favorisce sviluppi positivi e originali, ma che nello stesso tempo richiede un costante sforzo per garantire omogeneità e sinergie.
e previsioni a tutto il mondo socio- economico e che includa anche l’attività di ricerca e sviluppo applicata nei vari ambiti di competenza della meteorologia operativa (modellistica, remote sensing, climatologia, oceanografia ecc.).
Sicuramente, per quello che riguarda la meteorologia a fini di protezione civile, abbiamo già un buon modello di riferimento disegnato e implementato dal Dipartimento di protezione civile nazionale, Dpcn. Nel 2004, infatti, la direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 27/02/04, pubblicata su GU n. 59 dell’11/03/04 Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile, ha costituito un punto di svolta nell’organizzazione di un coordinamento tra le varie strutture italiane con competenze istituzionali nel settore meteorologico.
La direttiva, per l’appunto, ha sancito la nascita nell’ambito della protezione civile di un sistema “confederato” di Centri funzionali (centrale presso il Dipartimento di protezione civile nazionale e decentrati presso le Regioni) e di Centri di competenza (poli nazionali di ricerca e sviluppo).
Questo passaggio ha creato e consolidato negli anni un sistema efficace, a rete, incardinato ai vari livelli territoriali, in grado di garantire un coordinamento e una guida centrali e servizi mirati locali. Questa forma organizzativa sembra quasi rispecchiare una caratteristica tutta “meteorologica” di complessità e interazione di scale spaziali, che favorisce sviluppi positivi e originali, ma che nello stesso tempo richiede un costante sforzo per garantire omogeneità e sinergie.
In questo percorso di costituzione dell’agenzia ItaliaMeteo, dunque, il contributo delle regioni è prezioso: una lunga storia di operatività al servizio del territorio ha consolidato un patrimonio importante sia immateriale (conoscenza, competenza, esperienza) che materiale (strutture e infrastrutture, reti osservative) che garantiscono l’eccellenza di un servizio operativo sempre più mirato e specifico a livello locale. Nello stesso contesto regionale spiccano alcune eccellenze che possono senz’altro fornire un contributo anche a scala nazionale, mettendo a fattor comune le cosiddette best practices e un know how di alto livello.
D’altra parte, a chi opera nei servizi meteo regionali non sfugge la necessità di coordinamento di funzioni che è nell’interesse di tutti. L’auspicio è che si possa realizzare il pieno coordinamento delle strutture che già operano, garantendo cioè da un lato il conseguimento dei necessari standard nazionali in un quadro unitario e autorevole e dall’altro il mantenimento di specificità che sono sinonimo di qualità: si citino ad esempio la necessità di una gestione “certosina” dei siti di misura e della validazione dei dati locali, possibile solo grazie alla presenza costante e alla conoscenza approfondita del territorio, così come la capacità di fornire servizi specifici e mirati alle comunità locali.
E, infatti, la legge prevede che ci sia un forte coordinamento fra gli attuali servizi meteo regionali e la nuova agenzia ItaliaMeteo, che consenta di integrare in modo sinergico l’esistente e quindi di potenziarlo.
I margini interpretativi della legge consentiranno di valutare modelli organizzativi diversi. Si tratterà quindi di indirizzare il percorso istitutivo di ItaliaMeteo mantenendo un buon livello di collegamento anche con le strutture interessate, ma che non siederanno direttamente al Tavolo di coordinamento. Pur nella salvaguardia della costituzione di un ente realmente rappresentativo della nazione, sarà comunque necessario individuare le modalità più idonee a garantire di integrare in modo sinergico l’esistente e quindi di potenziarlo, anche identificando percorsi di finanziamento per il mantenimento delle strutture regionali che concorrono al sistema meteorologico nazionale.
D’altra parte, a chi opera nei servizi meteo regionali non sfugge la necessità di coordinamento di funzioni che è nell’interesse di tutti. L’auspicio è che si possa realizzare il pieno coordinamento delle strutture che già operano, garantendo cioè da un lato il conseguimento dei necessari standard nazionali in un quadro unitario e autorevole e dall’altro il mantenimento di specificità che sono sinonimo di qualità: si citino ad esempio la necessità di una gestione “certosina” dei siti di misura e della validazione dei dati locali, possibile solo grazie alla presenza costante e alla conoscenza approfondita del territorio, così come la capacità di fornire servizi specifici e mirati alle comunità locali.
E, infatti, la legge prevede che ci sia un forte coordinamento fra gli attuali servizi meteo regionali e la nuova agenzia ItaliaMeteo, che consenta di integrare in modo sinergico l’esistente e quindi di potenziarlo.
I margini interpretativi della legge consentiranno di valutare modelli organizzativi diversi. Si tratterà quindi di indirizzare il percorso istitutivo di ItaliaMeteo mantenendo un buon livello di collegamento anche con le strutture interessate, ma che non siederanno direttamente al Tavolo di coordinamento. Pur nella salvaguardia della costituzione di un ente realmente rappresentativo della nazione, sarà comunque necessario individuare le modalità più idonee a garantire di integrare in modo sinergico l’esistente e quindi di potenziarlo, anche identificando percorsi di finanziamento per il mantenimento delle strutture regionali che concorrono al sistema meteorologico nazionale.
Ritornando al quadro complessivo, la nascita di ItaliaMeteo costituisce la grande occasione di cogliere una sfida ormai imprescindibile: mettere a sistema ambiti finora distinti (protezione civile, servizio meteo nazionale, ricerca ecc.) all’interno di un unico contesto organizzativo forte, autorevole, innovativo.
Solo una visione unitaria e strategica e una forte uniformità e sinergia a livello nazionale potranno garantire un servizio all’altezza delle sfide, in un settore platealmente strategico come quello meteorologico.
Solo una visione unitaria e strategica e una forte uniformità e sinergia a livello nazionale potranno garantire un servizio all’altezza delle sfide, in un settore platealmente strategico come quello meteorologico.
Non meno rilevante è il tema dell’autorevolezza e della forza di un sistema coeso, che si intreccia con quelli della responsabilità, della comunicazione efficace e della risposta operativa adeguata. Atteso infatti che i servizi meteo regionali offrono un valido prodotto meteorologico in buona parte del
paese, si avverte però una mancanza a livello di comunicazione, diffusione e informazione. Occorre elaborare formati fruibili comuni per rendere nota a tutti i livelli l’esistenza di queste informazioni. Il sindaco, l’autorità sul territorio, l’ente locale, l’operatore economico, il fornitore di servizi, in breve i vari portatori di interesse nei diversi ambiti socio- economici ecc., in definitiva tutti i cittadini chiedono infatti un servizio meteo mirato, puntuale e specifico: un servizio nazionale operativo e riconoscibile che contempli strutture locali presenti e attive sui singoli territori può dare riscontro a queste esigenze.
Infine, un’osservazione merita anche la scelta di Bologna come sede dell’agenzia nazionale, che appare più che appropriata. A Bologna nei decenni è stato realizzato un sistema di infrastrutture e di centri di eccellenza nei settori della meteorologia e della geofisica. C’è un servizio meteo regionale che è il più robusto e antico in Italia. L’Università si è sempre occupata di fisica dell’atmosfera e di meteorologia. E poi ci sono il Cineca, che è il principale centro di calcolo nazionale, gli istituti del Cnr che si occupano di meteorologia, clima e fisica dell’atmosfera, il Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici). Con l’agenzia ItaliaMeteo e il data centre del Centro europeo di previsioni a medio e lungo termine (Ecmwf ) si costituisce un polo scientifico e operativo molto robusto, che potrà restituire a tutto il paese prodotti e servizi di grande utilità, su cui i servizi regionali si augurano di poter fare affidamento.
paese, si avverte però una mancanza a livello di comunicazione, diffusione e informazione. Occorre elaborare formati fruibili comuni per rendere nota a tutti i livelli l’esistenza di queste informazioni. Il sindaco, l’autorità sul territorio, l’ente locale, l’operatore economico, il fornitore di servizi, in breve i vari portatori di interesse nei diversi ambiti socio- economici ecc., in definitiva tutti i cittadini chiedono infatti un servizio meteo mirato, puntuale e specifico: un servizio nazionale operativo e riconoscibile che contempli strutture locali presenti e attive sui singoli territori può dare riscontro a queste esigenze.
Infine, un’osservazione merita anche la scelta di Bologna come sede dell’agenzia nazionale, che appare più che appropriata. A Bologna nei decenni è stato realizzato un sistema di infrastrutture e di centri di eccellenza nei settori della meteorologia e della geofisica. C’è un servizio meteo regionale che è il più robusto e antico in Italia. L’Università si è sempre occupata di fisica dell’atmosfera e di meteorologia. E poi ci sono il Cineca, che è il principale centro di calcolo nazionale, gli istituti del Cnr che si occupano di meteorologia, clima e fisica dell’atmosfera, il Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici). Con l’agenzia ItaliaMeteo e il data centre del Centro europeo di previsioni a medio e lungo termine (Ecmwf ) si costituisce un polo scientifico e operativo molto robusto, che potrà restituire a tutto il paese prodotti e servizi di grande utilità, su cui i servizi regionali si augurano di poter fare affidamento.
In conclusione: una meteorologia operativa all’altezza delle sfide deve essere una priorità nazionale, declinata in tutti gli ambiti di interesse e territoriali, gestita in un contesto coordinato che ItaliaMeteo può e deve rappresentare.
Elisabetta Trovatore1, Stefano Micheletti2, Tiziana Paccagnella3
1. Arpa Liguria, 2. Arpa Friuli Venezia Giulia, 3. Arpae Emilia-Romagna
Componenti del Comitato d’indirizzo per la meteorologia e la climatologia (legge 205/2018)
Elisabetta Trovatore1, Stefano Micheletti2, Tiziana Paccagnella3
1. Arpa Liguria, 2. Arpa Friuli Venezia Giulia, 3. Arpae Emilia-Romagna
Componenti del Comitato d’indirizzo per la meteorologia e la climatologia (legge 205/2018)
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