La biomassa legnosa copre una grossa quota di domanda di calore nella regione alpina che può raggiungere anche il 90% per i piccoli comuni nelle Alpi, nei quali le persone da sempre usano ed useranno questa risorsa. E’ una fonte di energia rinnovabile, nonché a bassa emissione di carbonio (low carbon). Tuttavia, la combustione di biomassa legnosa, oltre ad essere spesso poco efficiente, comporta aspetti critici legati alle emissioni di particolato atmosferico, idrocarburi policiclici aromatici e composti organici volatili.
E’ da questa considerazione che ha preso avvio tre anni fa il progetto europeo BB-CLEAN, che ha coinvolto otto partner dell’Area Alpina Europea, tra cui Arpa Valle d’Aosta, con la partecipazione di esperti da Francia, Austria, Germania e Slovenia, oltre che dall’Italia.
Il partenariato internazionale, coordinato dal team di ricerca del prof. Giacomo Gerosa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ente capofila del progetto, ha lavorato per mettere a punto strumenti conoscitivi e tecnici per una combustione sostenibile nelle aree alpine della biomassa legnosa per il riscaldamento domestico.
I risultati verranno presentati durante una tavola rotonda online lunedì 12 aprile, alle ore 18.
“Per minimizzare gli impatti il primo passo da fare – affermano i ricercatori – sarà quello di adottare come singoli cittadini delle buone pratiche di combustione e gestione degli impianti (stufe e caldaie a biomassa). Ad esempio imparando la tecnica di accensione dall’alto (e non dal basso), curando la pulizia puntuale delle canne fumarie, revisionando periodicamente le nostre stufe e caldaie per garantirci una elevata efficienza, evitando di bruciare legna quando le condizioni atmosferiche non lo consentono (es. inversioni termiche).”
Con questa finalità è stata sviluppata una app per cellulare che indica alla popolazione in tempo reale le fasce orarie in cui è meglio evitare di usare stufe a legna o caminetti sulla base delle previsioni meteorologiche e di accumulo di inquinanti in aria nelle successive 48 ore.
Ma la vera svolta del futuro sarà puntare verso sistemi di teleriscaldamento a biomassa, dove l’orografia del territorio lo consente, oppure – dove non fosse possibile – sull’adozione di impianti a piccola scala alimentati a pellet di ultima generazione dotati di sistemi di abbattimento del particolato.
“Questo comporterà però un cambio radicale di prospettive – precisa Gerosa: se si vorrà preservare la qualità dell’aria si dovrà passare da sistemi di riscaldamento individuali a sistemi collettivi e, in qualche modo, abbandonare l’uso diretto della legna in favore del pellet/cippato che dovrà essere però di produzione locale (filiera corta del bosco) e non di importazione”.
Un cambiamento che richiederà investimenti strategici, da una parte per la realizzazione di impianti collettivi di teleriscaldamento a biomassa, dall’altro per l’incentivazione alla sostituzione degli apparecchi domestici a biomassa esistenti verso sistemi di ultima generazione a pellet o a cippato.
Le simulazioni modellistiche effettuate nell’ambito del progetto BB-CLEAN in tre valli pilota (Valle del Chiese, TN; alta Valle Camonica, BS; Valle d’Aosta, AO) hanno dimostrato che questo passaggio comporterà benefici tangibili per la qualità dell’aria, con abbattimenti delle concentrazioni di polveri sottili in aria compresi tra il 40% e il 60%.
Il progetto BB-CLEAN proporrà questo cambiamento di prospettiva all’UE come linea strategica per la gestione sostenibile della combustione di biomassa legnosa in area alpina.
Dopo un’introduzione del prof. Giacomo Gerosa, Arpa Valle d’Aosta aprirà i lavori con l’intervento “Combustioni di biomassa e polveri sottili in ambito alpino”, presentato da Manuela Zublena, responsabile della Sez. Aria e atmosfera.
Alla Tavola rotonda degli esperti, che chiuderà l’evento, interverrà anche Guido Lanzani, Responsabile della Qualità dell’aria di ARPA Lombardia.
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