Climate change impacts, confronto internazionale in Germania

Si è svolto dal 16 al 19 maggio a Potsdam, in Germania, il Workshop congiunto PROCLIAS-ISIMIP sugli impatti del cambiamento climatico negli scenari futuri.
Quattro giornate di intenso lavoro e confronto – in presenza e da remoto – fra numerosi esperti e ricercatori internazionali provenienti da diversi enti, tra i quali Arpa Lombardia – ufficio Tematiche emergenti.  

Proclias è un programma finanziato dalla Ue con lo scopo di sviluppare protocolli comuni, dataset armonizzati e una comprensione condivisa per condurre studi di impatto climatico a scala regionale e globale di tipo intersettoriale e con più modelli. L’obiettivo è quello di facilitare l’attribuzione degli impatti ai recenti cambiamenti climatici e fare proiezioni più solide sugli scenari futuri.

Il programma Proclias si svolge in stretto raccordo con ISIMIP (Inter-Sectoral Impact Model Intercomparison Project), che offre la possibilità di valutare gli impatti attesi su vari settori a causa del cambiamento climatico, mettendo a disposizione numerosi dataset.

Il workshop ha spaziato su tutti i temi di maggiore interesse sul rischio climatico, proponendo metodologie di riferimento settore per settore – qualità delle acque, salute umana, agricoltura, ecosistemi – e dando un supporto nella valutazione degli effetti di più eventi concorrenti, come ad esempio un’ondata di calore che segue una inondazione.

Tra i contributi più interessanti, la presentazione di Johan Rockström, attuale direttore del PIK (Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung) e ospite del Workshop, che ha ricordato quali siano i limiti oggettivi alla crescita dello sviluppo dell’umanità sulla Terra, evidenziando come molti di essi siano stati già superati. La sua ricerca è stata recentemente divulgata tramite il documentario Breaking Boundaries – Superare i limiti (disponibile su Netflix).

Wim Thiery (Vrije Universiteit Brussel, Department of Hydrology and Hydraulic Engineering, Brussels, Belgium) ha presentato uno studio da cui è nato un rapporto di Save the Children che mette in evidenza come occorra agire per tempo per diminuire l’esposizione dei bambini agli eventi estremi e ai loro effetti. Thiery ha spiegato che i nati nel 2020, rispetto a quelli che nello stesso anno avevano 60 anni, dovranno affrontare un maggior numero di eventi estremi: 26,1 volte le ondate di calore nei paesi in via di sviluppo, quasi due volte per gli eventi estremi in Italia. Tutto questo in uno scenario in cui la temperatura nel 2100 sarà di 2,4°C in più rispetto ai valori preindustriali.

Interessante anche il contributo di Camille Parmesan, professoressa di biologia all’Università del Texas e co-autore del report IPCC (WGII), che ha evidenziato come la perdita di biodiversità diminuisca la resilienza complessiva degli ambienti agli stress climatici, innescando un circolo vizioso che rischia di compromettere l’equilibrio secolare degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici connessi, favorendo la proliferazione delle specie che sono più capaci di adattarsi in certe circostanze.

Infine, Veronika Huber, ricercatrice all’Helmoltz Zentrum München – German Research Center for Environmental Health Institute of Epidemiology, ha presentato alcuni dati emersi dal progetto ATTACH (studio dell’eccesso di mortalità e morbidità a causa delle ondate di calore, condotto su 12 città della Germania) che fanno prevedere per il futuro un aumento dell’incidenza delle cause di decesso per il caldo. Nel caso di un incremento di 3°C della temperatura rispetto all’era pre-industriale, ad esempio, il numero di decessi per caldo supererà quello per temperature rigide invernali e l’aumento di rischio associato è valutabile in circa tre volte in più.

Uno degli aspetti più interessanti del workshop è stata la condivisione di risultati sulle valutazioni degli impatti effettuate da studiosi con competenze diverse e provenienti da differenti settori tematici, e basate su ricerche svolte grazie alla disponibilità dei dati prodotti dai modelli climatici e opportunamente rielaborati. La valutazione del rischio associato al cambiamento climatico, infatti, assume particolare importanza per tutte quelle azioni di adattamento che devono essere pianificate e realizzate per tempo.

Ulteriori approfondimenti

Per i dati isimip: https://data.isimip.org/search/

Per gli impatti: https://myclimatefuture.info/

Per l’attribuzione degli eventi: https://www.worldweatherattribution.org/

a cura di Mauro Mussin – Arpa Lombardia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.