Dall’inquinamento dei fiumi, delle falde acquifere, del mare e del suolo, fino al traffico illecito di specie protette, di rifiuti o di materiale radioattivo. Gli ecoreati sono diventati, negli ultimi anni, una nuova, lucrosa, frontiera di business per la criminalità organizzata transnazionale. Ed è proprio a questo tema che è stato dedicato il seminario annuale organizzato dall’Associazione Internazionale di Polizia (IPA) che si è svolto a fine giugno in Germania, con la partecipazione, per la prima volta, anche di Arpa Lombardia.
Per conto dell’Agenzia ha parlato Davide Corbella, in qualità di UPG, con un intervento che ha messo l’accento sulla grande differenza tra il quadro precedente al 2015, quando gli ecoreati erano sostanzialmente considerati reati minori, e quello successivo all’introduzione della 68/2015, la prima legge nazionale sui crimini ambientali nel nostro territorio.
«Se abbiamo potuto ottenere dei risultati negli ultimi anni» ha sottolineato Corbella «è anche perché i crimini contro l’ambiente, dopo l’introduzione della 68/2015, non sono più considerati reati di serie B. Abbiamo più armi a nostra disposizione». Ma la legge 68 è stata utile anche per le violazioni meno gravi, contribuendo ad alleggerire la macchina giudiziaria di tutta una serie di incombenze e processi che, fino ad allora, rendevano difficili e meno efficaci le azioni di contrasto alle ecomafie.
«Per i reati minori il contravventore può dal 2015, ottemperando alle prescrizioni di Arpa in materia ambientale, sanare i propri abusi ed evitare il processo penale. È il cosiddetto procedimento estintivo: ci ha aiutato molto in questi anni, consentendo all’Agenzia e all’ Autorità Giudiziaria di concentrarsi sui reati più gravi» ha ricordato ancora il rappresentante di Arpa.
Il seminario si è svolto nell’ambito di un prestigioso progetto che vede il coinvolgimento dei rappresentanti delle forze di polizia specializzate in materia ambientale di diversi paesi europei.
L’intervento di Arpa – che partecipa anche al progetto Savager contro le discariche abusive grazie all’utilizzo delle tecnologie satellitari e ai droni – è stato premiato con la consegna di un gagliardetto simbolico al termine del seminario.
Ormai siamo in un punto di non ritorno, occorrono azioni drastiche subito che coinvolgono tutti i paesi del mondo.
Eliminazione della plastica dal circuito alimentare.
Eliminazione dei diserbanti e dissecanti.
Impianti di depurazione funzionanti.
Fermare la deforestazione.
Diminuire gli allevamenti intensivi.
Fermare l’incremento edilizio con recupero degli esistenti.
Rivedere il sistema logistiche senza consumare territorio fertile e relativa viabilita’.
Inserire gia’ dalle medie una materia
per l’ambiente e sicurezza con docenti specifici preparati.
Più severità e rapidità sui controlli a tutti i livelli.