Scoppiati a poche ore e a qualche chilometro di distanza l’uno dall’altro, due grossi incendi hanno coinvolto, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorso, due depositi di rifiuti nella zona di Quarto Oggiaro a Milano e, nell’hinterland, a Novate Milanese.
Aggiornamento 18 ottobre sui microinquinanti >
Nella tarda serata del 14 ottobre, i tecnici della squadra emergenze e del nucleo specialistico contaminazione atmosferica di Arpa Lombardia sono intervenuti per il rogo divampato nell’azienda IPB (attività di deposito e trattamento di rifiuti) in via Chiasserini a Milano.
Oltre alle prime misure speditive – che per gli inquinanti più pericolosi nell’immediato, quali monossido di carbonio, ammoniaca, acido solfidrico, aldeidi, chetoni, non hanno evidenziato significative criticità – è stato posizionato un campionatore per la ricerca dei microinquinanti in atmosfera nella vicina Caserma dei Carabinieri.
Comune e Ats (ex Asl) hanno diramato indicazioni rivolte ai residenti nell’area sulle opportune cautele da adottare, per evitare irritazioni provocate dai fumi, mentre i VVF hanno messo a conoscenza della durata delle operazioni di spegnimento che presumibilmente avrebbero richiesto parecchi giorni.
Nelle primissime ore del mattino del 15 ottobre, la squadra emergenze dell’Agenzia è stata attivata anche per un altro incendio scoppiato a Novate Milanese, a circa 5 km da Quarto Oggiaro, nell’insediamento della ditta RIECO che svolge attività di recupero e smaltimento rifiuti.
Alcuni tecnici sono stati quindi distaccati per intervenire sul posto ed effettuare i campionamenti speditivi che, anche in questo caso, non hanno evidenziato concentrazioni significative di contaminanti. L’incendio ha interessato circa 300 tonnellate di imballaggi e circa 300 tonnellate di carta. Il pennacchio di fumo ha avuto una buona dispersione in atmosfera e stava interessando in particolare la limitrofa zona industriale. Anche a Novate, sono stati installati campionatori ad alto volume per la determinazione dei microinquinanti.
Il 16 ottobre, entrambi gli incendi erano ancora in corso e in alcune zone di Milano si percepiva un forte odore di fumo, portato dal debole vento che, sin dalla notte, stava spirando da nord a sud, investendo il settore occidentale della città.
Arpa ha diramato una nota informativa sia sui risultati delle analisi speditive, sia riguardo alle tempistiche di quelli relativi ai microinquinanti, disponibili entro il tempo minimo necessario di 72 ore. Le analisi, infatti, sono condotte con metodi ufficiali normati e noti a tutte le strutture tecniche specializzate in analisi sui microinquinanti.
Fasi vincolanti, anche sul piano della durata, sono quelle della preparazione del campione, in particolare estrazione e purificazione, e dell’analisi in spettrometria di massa ad alta risoluzione. Ogni fase ha una durata di diverse ore e il dato può ritenersi validabile, e quindi affidabile, esclusivamente se tutti i criteri di qualità previsti dal metodo sono rispettati.
Le attività di Arpa proseguiranno almeno fino alla completa risoluzione dell’emergenza. I primi filtri, installati già nelle fasi iniziali dei due roghi, sono stati prelevati e inviati il 15 mattina ai laboratori dell’Agenzia per le analisi, così come, nei giorni successivi, i filtri via via sostituiti quotidianamente.
aggiornamento, 18 ottobre 2018 – Sono stati diffusi oggi, dai laboratori di Arpa Lombardia, i risultati delle analisi effettuate sul primo filtro prelevato dal campionatore ad alto volume, installato immediatamente dopo lo scoppio dell’incendio in corso dal 14 ottobre nel deposito IPB di via Chiasserini a Milano. Durante le prime fasi dell’incendio, il valore della concentrazione totale delle diossine e dei furani (PCDD-DF) è risultato pari a 0.5 picogrammi per metrocubo, in termini di tossicità equivalente, a conferma di una parziale alterazione della qualità dell’aria dovuta all’evento in corso.
I valori registrati nelle prime ore dell’evento rientrano nella fascia inferiore della casistica riferita agli incendi più importanti avvenuti dal 2017 in Lombardia. In proposito, si ricorda che l’andamento di questi inquinanti è particolarmente legato alle condizioni meteo che, quella notte, erano favorevoli alla dispersione della colonna di fumo verso l’alto.
Per la valutazione di questo parametro non è previsto un limite di legge. Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità fanno riferimento a esposizioni “cronicamente” prolungate nel tempo (un anno e oltre) che incidono sul computo cumulativo delle esposizioni a queste sostanze nel corso della vita di una persona, individuando un valore di riferimento per esposizioni prolungate pari a 0,3 picogrammi per metrocubo, espressa in termini di tossicità equivalente, come livello al di sopra del quale è necessario individuare la possibile sorgente emissiva e controllarla nel tempo. Ovviamente la situazione espositiva legata all’incendio è completamente diversa, in quanto si tratta di evento emergenziale e tipicamente di breve durata.
Le concentrazioni degli IPA, gli idrocarburi policiclici aromatici, rilevate in via Chiasserini – e, in particolare quelle di Benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene e benzo(j)fluorante – sono risultate coerenti con i valori che in Milano città vengono misurati nel periodo invernale.
Oggi l’incendio è in fase di spegnimento, ma i campionamenti sui microinquinanti rimangono attivi e dureranno almeno fino al termine della fase emergenziale. I risultati delle analisi, che man mano si stanno completando, sembrano in ogni caso confermare i trend di valori di concentrazione della fascia medio bassa, rispetto ad altri casi analoghi.
Dall’inizio dell’evento, Arpa ha inoltre costantemente proseguito con i monitoraggi degli inquinanti “tradizionali”, attesi nei casi di incendio, fra i quali, ad esempio, monossido di carbonio, ammoniaca, acido solfidrico, anidride solforosa, ossidi di azoto. Già nelle prime ore del rogo, le strumentazioni di pronto intervento, a risposta immediata, avevano escluso valori anomali di queste sostanze nell’aria della zona interessata dall’incendio. Inoltre, nei giorni seguenti, le misure si sono estese anche in altri punti della città – fra i quali le stazioni MM1 Lotto, Wagner e Buonarroti – in base alle segnalazioni di forti odori di bruciato da parte dei cittadini. I monitoraggi hanno confermato l’assenza di valori anomali, nonostante il disagio e la presenza di odori sicuramente riferibili all’incendio.
Il 16 ottobre, è stato inoltre effettuato un ulteriore campionamento in via Negrotti, in prossimità dell’area dell’incendio e nel punto di massima ricaduta del pennacchio dei fumi, il cui innalzamento risultava notevolmente ridotto rispetto alla giornata di lunedì, a causa delle variate condizioni meteo e della diminuzione del calore sviluppato dalla massa dei rifiuti.
Le analisi hanno evidenziato una concentrazione di inquinanti, già presenti nel primo campionamento con canister (Diclorofluorometano, Diclorometano, Benzene, Toluene) a cui si sono aggiunti altri composti, rientranti nei valori attesi in un tipico ambiente urbano, pur registrando un aumento nei valori medesimi.
Si sottolinea, infine, che i Laboratori Arpa conducono le analisi sui microinquinanti con metodi ufficiali normati e noti a tutte le strutture tecniche specializzate. Fasi vincolanti, anche rispetto alle tempistiche, sono quelle della preparazione del campione, in particolare estrazione e purificazione, e dell’analisi mediante l’utilizzo di spettrometria di massa ad alta risoluzione. Ogni fase ha una durata di diverse ore e il dato può ritenersi validabile e quindi affidabile esclusivamente se tutti i criteri di qualità previsti dal metodo vengono rispettati.